L’autorevole Wine Spectator, dalle cui valutazioni dipendono le fortune di molti produttori vitivinicoli, promuove il vino italiano. È stata svelata la scorsa settimana la top 100 del 2015, classifica delle prime cento etichette mondiali secondo la rivista americana. Comandano gli Stati Uniti, con il 30% delle referenze e soprattutto con la conquista di tutti e tre i gradini del podio. L’Italia, piazzando venti etichette e conquistando quarto e ottavo posto nella top 10, fa meglio della Francia, il cui miglior vino arriva soltanto nono e il successivo addirittura quarantasettesimo, per un totale di 14 etichette. A seguire la Spagna, con 10, e poi via via gli altri paesi produttori. Il primo classificato è un vino della Napa Valley, California: si tratta di Au Paradis 2012, cabernet sauvignon prodotto da Peter Michael, vino da 195 dollari a bottiglia. Al secondo posto si piazza Quilceda Creek 2012, cabernet sauvignon della Columbia Valley, zona compresa tra gli stati dell’Oregon e di Washington. Terza posizione per un altro prodotto dell’Oregon, il pinot noir Evening Land 2012 di Seven Springs Vineyard. L’Italia, come detto, centra il quarto posto con un Brunello di Montalcino, Il Poggione 2010 (proprietà della famiglia Franceschi), e l’ottavo con l’Amarone classico 2008 “Vaio Armaron” di Serego Alighieri, azienda del gruppo Masi Agricola. Tra i venti vini italiani domina la scena il Brunello, con cinque referenze (La Serena, Altesino, Livio Sassetti, Collosorbo oltre a Il Poggione), e in generale la Toscana, che ne centra undici con quattro diverse denominazioni. L’orientamento della rivista americana si conferma sui vini rossi e di grande struttura: basti pensare che tra i venti italiani, 19 sono rossi e soltanto uno, il pinot grigio di Torre Rosazza (Genagricola) è bianco. Altra particolarità, in classifica mancano i nomi più nobili della scena vinicola internazionale: nessuna traccia di Masseto, Sassicaia e Solaia per l’Italia, e nemmeno dei marchi storici di Bordeaux e Borgogna. L’Italia, comunque, quest’anno migliora la propria posizione rispetto al 2014, quando ottenne soltanto un piazzamento nella top ten, con il Chianti classico “San Lorenzo” gran selezione 2010 di Castello di Ama.