Quando si tornerà ai livelli del 2019? “Se ci riuscissimo nel 2022, saremmo contenti”, afferma Elena Bacchini, esponente di seconda generazione di Surgital assieme alla sorella Enrica e al fratello Massimiliano. Nel frattempo, però, la società di Lavezzola (Ravenna) non ha bloccato gli investimenti già avviati, a partire dall’ampliamento dello stabilimento con un nuovo capannone, che aumenterà la produzione del 25% in 5 anni, e da quelli messi in cantiere per ottimizzare le sue performance ambientali.
L’azienda leader nella preparazione di pasta fresca surgelata deve ancora stimare con esattezza la flessione del fatturato rispetto al 2019, esercizio chiuso con 87 milioni di consolidato. La focalizzazione nel canale horeca non ha certamente aiutato a reggere il colpo della pandemia, ma in Surgital non hanno nemmeno perso tempo e sono aumentate le attenzioni verso il canale della grande distribuzione a partire dal brand Piacere Mio!, lanciato nel 2019 con una gamma di sei piatti pronti e una nuova referenza da poco inserita. “In prospettiva allargheremo la gamma con una linea di sughi pronti a marchio Piacere Mio!. Siamo molto fiduciosi di poter ottenere successo”, precisa Bacchini.
I lavori dunque non si sono mai fermati e lo scorso aprile, in pieno lockdown, Surgital ha avviato la nuova logistica in entrata e in uscita, passaggio necessario soprattutto per gestire il lavoro sempre più intenso che riguarda l’export. Oggi l’incidenza delle esportazioni sul fatturato complessivo sfiora il 40% e i principali mercati di destinazione sono Spagna, Usa e Francia. “All’estero lavoriamo molto nell’ambito del private label, che nell’ultimo anno ci ha permesso di compensare una parte delle perdite legate al foodservice. E anche in Italia la fornitura alla gdo con marchi privati è andata bene”, precisa Bacchini.
Se quindi la pandemia ha spinto Surgital a modificare la distribuzione, cercando di allentare la dipendenza dall’horeca, al centro dei pensieri del gruppo continua a esserci la ristorazione. “Ci consola il fatto che, a ogni ripartenza, la reattività dei clienti sia immediata, E credo che, una volta finita l’emergenza, assisteremo a un miglioramento da parte di tutti coloro che sono rimasti sul mercato. Bisognerà però vedere chi riuscirà a superare questo passaggio”.
Proprio l’incertezza dei mesi scorsi, con i ristoranti costretti a chiudere (o a non riaprire) con decisioni governative prese all’ultimo minuto, potrebbe dare la spinta all’acquisto di prodotti surgelati. “Sono state cestinate importanti quantità di prodotto fresco, ed è un fatto che nessuno è più disposto a tollerare. Per questo abbiamo diversi clienti che hanno scelto di rafforzare nell’ordine del 10% la loro quota di prodotto frozen rispetto al fresco, ed è sicuramente un fattore da cui potremmo trarre vantaggio”, conclude Bacchini.