Le attese sono grandi. Qualcuno, forse esagerando, parla di un nuovo potenziale fenomeno Prosecco; in realtà, il via libera al consorzio della nuova doc Delle Venezie per il Pinot grigio, giunto lo scorso 3 febbraio, sancisce la nascita di un sistema di governo di un vino che parte con un notevole vantaggio rispetto agli esordi della bollicina più venduta nel mondo. Questo perché il Pinot grigio è già un fenomeno di mercato, apprezzatissimo nel mondo e soprattutto negli Stati Uniti grazie al successo raccolto da Santa Margherita, primo player nel mercato americano.
“La nuova doc – ha affermato Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini – sarà garanzia di migliore qualità, controlli efficaci delle produzioni e valorizzazione di un vino che in tutto il mondo è sinonimo di italianità”. Alla guida provvisoria del futuro consorzio, attualmente inquadrato come associazione temporanea di scopo, sta operando Albino Armani, titolare dell’omonima azienda vitivinicola della val d’Adige, con quattro tenute tra Veneto e Friuli.
La produzione di Pinot grigio nel Triveneto costituisce oggi l’85% della produzione complessiva nazionale e il 43% di quella mondiale, con circa 2 milioni di ettolitri (pari a 260 milioni di bottiglie) distribuiti su oltre 20 mila ettari, di cui circa 11.500 in Veneto, 6.000 in Friuli Venezia Giulia e 2.800 nella sola provincia di Trento. Il Pinot grigio è la quarta varietà di uva coltivata in Italia, protagonista di una crescita ingente (+144%) negli ultimi cinque anni.
Il nuovo Pinot grigio doc ‘delle Venezie’ comprenderà la produzione della vecchia igt e tutta la produzione del Pinot grigio doc del Triveneto, pur mantenendo le caratterizzazioni territoriali di ciascuna zona. Nell’ambito della presentazione della nuova doc ‘delle Venezie’ è stata data voce anche alla nascita della igt ‘Trevenezie’, e sono stati presentati i relativi disciplinari di produzione oltre che i futuri programmi di sviluppo.