La vendemmia 2017 è stata particolarmente scarsa e il Piemonte non fa eccezione. Secondo Piemonte Anteprima Vendemmia 2017, pubblicazione annuale curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte, la produzione sarebbe in calo del 19,6% rispetto all’anno precedente per l’effetto combinato della siccità estiva e della gelata primaverile.
Poca, ma buona. Gli esperti hanno infatti classificato il 2017 nel gruppo delle annate eccellenti per i rossi e molto buona-ottima per i bianchi. Hanno conquistato le 5 stelle, massimo punteggio attribuito dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, i vitigni Barbera, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo, Pelaverga, Vespolina. Tutti gli altri vitigni stanno nella sfera dell’ottimo, con 4 stelle.
In termini economici, il vino si conferma uno dei prodotti più importanti per l’export regionale e certamente nell’ambito agroalimentare, con un giro d’affari attorno al miliardo di euro su un export complessivo di 4,5 miliardi di euro. Le aziende vitivinicole in Piemonte sono 18 mila su 67 mila totali, mentre gli ettari vitati tornano a crescere dopo anni di flessione e toccano quota 44.200.
Il 60% del vino prodotto in Piemonte è destinato all’export, con una quota del 70% verso i Paesi comunitari. I principali paesi importatori sono Germania, Gran Bretagna, USA, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone. Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione e sono 37 le cantine cooperative piemontesi associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi.
“Negli ultimi anni – ha dichiarato in una nota il presidente di Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio – abbiamo migliorato il prezzo della vendita del vino, grazie al lavoro di squadra e ad annate che ci hanno aiutato. Adesso occorre aprire una seria riflessione sulle nostre denominazioni: ha senso che ci siano 11 tipologie di Dolcetto sul mercato? Non sarebbe meglio accorpare delle doc per semplificare la comunicazione e la comprensione del consumatore?”.