Rafforzamento del retail attraverso l’e-commerce, con una spinta sui prodotti di piccola taglia e del confezionato. Levoni gioca di rimbalzo per recuperare sul mercato nordamericano dopo che il Covid ha “placcato” il mondo della ristorazione. Per l’azienda mantovana dei salumi, il mercato a stelle e strisce pesava per il 6,5% sul fatturato 2019 – 107 milioni di euro, il 31% dall’export – “ma se in Italia la ristorazione è marginale, oltreoceano rappresenta la gran parte del business per noi e per i nostri distributori”, specifica il presidente Nicola Levoni. L’azienda ha mantenuto la filiale commerciale, anche perché i ristoranti indipendenti sono stati fortemente penalizzati, ma alcune catene dalla connotazione italiana (da 10 a 30 locali) hanno tenuto. “Il nostro primo cliente in Usa è il distributore Performance Food Group e ha tenuto. Poi tra New York e New Jersey i piccoli negozi hanno visto un incremento, così come son cresciuti Texas, Colorado e California” afferma Levoni.
Rispetto ai 7 milioni di dollari del 2019, i salumi Levoni realizzeranno probabilmente vendite per 5,5 milioni quest’anno negli Stati Uniti. “Ci aspettavamo un impatto peggiore – ammette il presidente – e ora vedremo le ripercussioni degli aiuti e delle politiche monetarie. Certo speriamo in una ripresa nel 2021 che potrebbe seguire l’Europa con i buoni risultati del piccolo dettaglio e pure della gdo. Stiamo analizzando l’evoluzione delle abitudini di consumo e già per l’e-commerce spingiamo sui salami di piccola taglia. Investiremo su nuovi prodotti e nuovi packaging. E sicuramente prevediamo di spostare l’asse dal foodservice al retail”.
Se dunque l’Italia è cresciuta e l’Europa ha tenuto bene, l’extra-Ue va ripensato con strategie nuove. Ed è un tema che non riguarda solo Levoni, ma l’intero mondo dei salumi, un settore che nel 2018 aveva complessivamente sfiorato, considerando la sola top ten delle aziende, i 3 miliardi di ricavi (+2%) e che da allora è stato al centro di diverse tensioni, in particolare quelle legate all’aumento dei costi di acquisto delle materie prime. Con il rischio di penalizzare ulteriormente una marginalità già contratta. Un punto di forza, nel mondo dei salumi, è rappresentato invece dalla tracciabilità del prodotto e dal fatto di poter vantare, come nel caso di Levoni, una filiera dei salumi made in Italy, da carne 100% allevata in Italia.