Creato nel 1902 dall’appassionato di botanica ed esponente del movimento Art Nouveau Emile Gallé, il quale lo disegnò sulla bottiglia della cuvée Belle Epoque, il motivo dell’anemone che contraddistingue Perrier-Jouët compie 120 anni. Un anniversario che la maison di Champagne fondata nel 1811 da Pierre-Nicolas Perrier e Rose Adélaide Jouët ha deciso di festeggiare con un’edizione limitata di Belle Epoque 2013 firmata dal duo di designer austriaci Mischer’traxler. La bottiglia, con la sua gift box, ritrae quindi settanta specie animali e vegetali che contribuiscono alla biodiversità dei vigneti della regione francese della Champagne. Non solo, sempre per celebrare l’anemone, il marchio ha presentato un’installazione con l’artista Garance Vallée, esposta in anteprima a Parigi e all’ultima edizione di Design Miami.
Il 2022, oltre a rappresentare un importante anniversario per Perrier-Jouët, è un anno di crescita importante per il brand che, di proprietà del gruppo Pernod Ricard, sul mercato italiano viene distribuito da Marchesi Antinori. “Quest’anno è andato molto bene”, racconta a Pambianco Wine&Food Leo Damiani, Direttore di Champagne Perrier-Jouët Italia. “Nel 2021 avevamo già recuperato molto e nel 2022 le vendite sono andate benissimo. Siamo però incappati in questa situazione anomala di mancanza di prodotto derivata da diverse situazioni”. In primis, “da due annate molto brutte dal punto di vista della produzione, ovvero la 2017 e la 2021, ognuna delle quali ha perso circa il 30% di produzione”. Poi, “nel 2020, il Comité Interprofessionnel du vin de Champagne ha deciso di ridurre di circa 30% la produzione temendo un crollo delle vendite causa Covid che avrebbe potuto generare un over stock. Previsione che, alla fine, si è rivelata sbagliata”.
Tutti questi elementi sommati si sono quindi concretizzati in “una perdita di produzione che equivale quasi a un’annata intera. E questo ha generato una forte crisi mondiale di disponibilità del prodotto”. Di conseguenza, “oggi le consegne ai mercati sono state tagliate più o meno del 25% l’anno e per i prossimi tre o quattro anni”. Una situazione a cui fa da contraltare una richiesta sempre maggiori e prezzi, complici poca disponibilità e aumento dei costi, decisamente in salita.
Una riduzione che coinvolge chiaramente anche Perrier-Jouët e l’Italia, e proprio in un momento in cui il brand “sta crescendo tantissimo”. Grazie anche alla crescita degli ultimi cinque anni, il marchio è riuscito a circa quadruplicare i propri volumi rispetto a 10 anni fa, quando si facevano poco meno di 100mila bottiglie. E oggi l’Italia è passata da essere l’undicesimo mercato al quinto per Perrier-Jouët – che realizza in tutto meno di tre milioni di bottiglie – dopo Francia, Giappone, Uk e Usa.
Una crescita resa possibile soprattutto dal lavoro svolto negli ultimi 10 anni, quando “abbiamo iniziato un percorso nuovo orientato più al prodotto che al marketing e questo ci ha consentito di crescere”, come precisato da Damiani. “Prima Perrier-Jouët era distribuito molto nel mondo della notte. Oggi invece è collocato soprattutto nel mondo della ristorazione e questo ci ha consentito pian piano di crescere grazie a un nuovo posizionamento e a un lavoro fatto proprio a livello di prodotto”. Ad oggi in Italia “abbiamo una presenza capillare a livello geografico seppur selezionata per quanto concerne i luoghi in cui collocare il prodotto”.
Stesso discorso vale per la grande distribuzione, come per esempio in Esselunga, dove il brand è presente da circa quattro anni. A ciò si aggiunge la presenza in department store, come Rinascente, e online, per esempio su Tannico.
E per quanto riguarda il 2023? “Non credo ci saranno grandi differenze rispetto a oggi: i prezzi continueranno a salire e dubito ci sarà più disponibilità, che forse si rivedrà nel 2024”, conclude Damiani.