Due nuovi cru di Barolo, Cerequio e Monvigliero, per ritoccare verso l’alto il record di fatturato dell’ultimo bilancio. Così Vietti punta a superare i 15,4 milioni di euro (+9,8% sul 2020) raccolti soprattutto grazie, come ha detto a Pambianco Wine&Food Luca Currado Vietti, quinta generazione della famiglia e oggi alla guida dell’azienda insieme alla moglie Elena, “all’inserimento nel nostro portfolio di nuovi prodotti, tutti di fascia alta, a partire dal Timorasso, che ci ha portato in dote oltre 6mila bottiglie”.
Una realtà, quella di Castiglione Falletto (Cn) che, un po’ controcorrente, ha deciso di modificare la distribuzione delle sue 360mila bottiglie prodotte, almeno per quanto riguarda i termini geografici: “Per noi il mercato italiano è importantissimo, ma oggi vale solo il 24%; l’obiettivo nel prossimo biennio è quello di farlo salire al 30%, processo possibile togliendo quote alle esportazioni”. Operazione che probabilmente non toccherà il Nordamerica, approdo d’elezione, e che può essere semplificata dal contesto geopolitico che, di fatto, rischia di eliminare la Russia dall’agenda.
Per Luca Currado Vietti, “in quello russo, pur non essendo per noi un mercato primario, siamo comunque esposti, tra l’altro abbiamo appena spedito un ordine importante; ora la situazione è tutta da scoprire, fatto salve l’enorme svalutazione della loro moneta che potrebbe rappresentare un problema”.
Per quanto riguarda invece i canali di approdo, continua Vietti, “non lavoriamo con la grande distribuzione per due motivi, il primo è che, per fortuna o meno, non siamo costretti a cercare nuovi canali, il secondo è per rispetto verso enoteche e ristoranti, che ci hanno sempre appoggiato nel corso degli anni”. E questo nonostante la cantina piemontese possa contare anche su prodotti accessibili, che “trattiamo come fossero alto di gamma, il mio pensiero è fare di tutto perché Vietti non venga considerata commerciale, il nostro nebbiolo d’ingresso, a esempio, è un biglietto da visita per chi oggi non può permettersi il meglio ma potrebbe farlo in futuro, per questo ci mettiamo tutta la qualità possibile, al punto che a volte, per produrlo usiamo anche botti di Barolo Castiglione”.
Per l’esercizio in corso, ha continuato Luca Currado Vietti, “abbiamo aggiunto i due nuovi cru di Barolo per altre 7mila bottiglia a prezzo importante, e un Barbaresco, sempre di fascia alta; per questo stimo un fine anno con 1,2 milioni in più a bilancio”. Semmai, a preoccupare sono “gli aumenti dei costi, che accuseremo in particolare da giugno e che stimo in un +8%, e a questo dobbiamo tenere conto anche della difficoltà di approvvigionamento”. Nel frattempo però, sta per arrivare sul mercato anche “una cassa da collezionisti che contiene tutti i nostri cru e che sarà destinato solo a privati e a qualche enoteca d’eccezione”.