Cantine Pellegrino 1880 investe a Pantelleria. La cantina siciliana basata a Marsala, che ha chiuso il 2022 con ricavi netti a 16,92 milioni di euro (+3%), ha acquisito una tenuta di otto ettari di vigneti in contrada Sibà, sulle alture occidentali dell’isola. In questo modo, Pellegrino sviluppa una presenza diretta sull’isola dove, per oltre 30 anni, si è sempre ed esclusivamente avvalsa di circa 350 conferitori per il reperimento delle uve con cui produce, grazie a una cantina di proprietà sull’isola, vini di Pantelleria Doc (vini bianchi, moscati e passiti).
“Dopo tanti anni, ci tenevamo a ribadire il sostegno alle produzioni isolane ed avere una presenza diretta che ci aiutasse ad approfondire ulteriormente le potenzialità enologiche di questa isola unica”, dichiara Benedetto Renda, presidente di Pellegrino. “Una decisione a lungo ponderata, come è stile della nostra azienda, pur di operare una scelta ottimale anche in termini di prospettiva enologica”.
Le vigne si trovano in una tra le zone più alte dell’isola, ovvero su un altitudine che parte da 300 metri sul livello del mare fino a toccare i 450 metri, che “beneficia delle escursioni termiche, fondamentali per garantire l’aromaticità delle uve prodotte, e particolarmente vocata per la produzione di vini bianchi secchi, sempre più richiesti da un mercato di appassionati educati ed in ricerca di nuove sperimentazioni enologiche”, spiega Renda. Le vigne sono coltivate ad alberello pantesco (Patrimonio dell’Umanità Unesco), a cui si aggiungono bosco e maggese in fase di riconversione a vigneto. I suoli sono di origine vulcanica, ferrosi e leggermente argillosi.
Al vigneto si affianca uno stabile, al cui interno c’è un giardino pantesco, su cui la cantina siciliana ha in progetto un nuovo punto di incontro dell’ospitalità Pellegrino sull’isola.
Negli ultimi anni, infatti, spiegava Renda in una recente intervista a Pambianco Wine&Food, “il tema del passaggio generazionale sta diventando ‘scottante’ e sempre meno giovani a Pantelleria decidono di dedicarsi all’agricoltura dell’alberello Pantesco, che per via delle condizioni difficili che l’Isola impone, è definita ‘eroica’. Questo ha una serie di ricadute a 360°, tra cui l’aumento del rischio incendi, per via del maggior numero di terreni ‘incolti’, e il rischio di perdita di un pezzo di patrimonio di conoscenze agricole”. Anche per questo, quindi, la cantina ha deciso di sviluppare una presenza diretta “senza però abbandonare il ruolo di ‘azienda hub e punto di riferimento per gli agricoltori’ dell’isola”.