Il segmento dei fine wine, ovvero i vini da investimento, continua a mietere consensi per le caratteristiche di stabilità soprattutto in presenza di venti contrari sempre più forti e in periodi di turbolenza economica. A premiare le bottiglie pregiate è la bassa volatilità che conferisce interessanti vantaggi rispetto ad altre asset class. Ma come per tutte le tipologie di investimenti occorre tenere sotto controllo l’andamento monitorando periodicamente i risultati e se possibile verificare anche le attese future attraverso i commenti e le analisi degli esperti della materia.
In circolazione gli strumenti non mancano e accanto alle piattaforme più famose come Liv-ex, big del settore che monitora migliaia di etichetta da ogni parte del mondo, si è aggiunta di recente anche eWibe. Nata da un’idea di Edoardo Maria Lamacchia, CEO, si è imposta sul mercato italiano nel mese di aprile, è diventata operativa dallo scorso luglio e oggi conta su oltre 3mila iscritti e una piattaforma di trading che tratta 2000 bottiglie. Ma in cantiere ci sono ulteriori sviluppi. Tra questi è in programma la realizzazione periodica di un osservatorio per fornire agli investitori un’istantanea, con cadenza mensile, dello stato di salute del segmento dei vini da investimento.
“L’osservatorio eWibe mira a diventare un punto di riferimento informativo per il settore dei vini da investimento – commenta Edoardo Maria Lamacchia, fondatore e CEO di eWibe – che insieme agli indici che abbiamo sviluppato, agli insight e alle news evidenzierà i trend del settore per offrire agli utenti e a tutti gli appassionati uno spaccato reale e il più completo possibile sull’andamento del mercato dei fine wine”.
I nuovi indici eWibe sono stati elaborati attraverso l’algoritmo proprietario di eWibe che analizza le informazioni relative alle etichette più rappresentative del mercato dei vini da investimento di Italia e Francia. Tra le fonti analizzate dall’algoritmo eWibe, vi sono indicatori di mercato, le vendite b2b e quelle tra appassionati e investitori privati effettuate sulla piattaforma di trading di eWibe, oltre che su altri canali di compravendita quali le case d’asta.
Nel dettaglio, eWibe ha definito quattro indici che sintetizzano il valore di un paniere di vini iconici delle ultime dieci annate, ovvero quelle a maggior potenziale in termini di investimento, monitorandone la performance di mercato senza ponderare il valore di ogni singola bottiglia al fine di uniformare l’indicatore.
“L’universo dei vini da investimento monitorati dagli indici – prosegue Lamacchia – verrà progressivamente ampliato con le etichette più iconiche di altri mercati come Spagna e Stati Uniti, eWibe mira a diventare un punto di riferimento per il settore con l’obiettivo di raggiungere il dataset più completo sul mercato”.
Una prima analisi dell’osservatorio eWibe mostra che a fine novembre l’eWibe Market, che include tutte le principali etichette da investimento di Italia e Francia, ha registrato una performance positiva del 12,1% da inizio anno rispetto ai principali indici finanziari che al contrario si trovano in territorio negativo, come gli azionari Fste (-10,2%), S&P500 (-14,7%) e Nasdaq (-27,1%), la criptocurrency Bitcoin (-62,9%) ma anche rispetto all’oro bene rifugio per eccellenza che da inizio anno ha perso il 3,8%.
Se l’analisi si concentra sulle regioni gli indici eWibe confermano Champagne e Burgundy quelle con le performance migliori (rispettivamente + 20,4% e 23,4% da inizio anno) e a seguire la Toscana con il 14,6 per cento.