Cala la disponibilità in giacenza dell’olio di oliva, il che porta ad incrementare ulteriormente il gap tra domanda e offerta. Secondo il report di Frantoio Italia, banca dati sull’olio d’oliva gestita dal Mipaaf – Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, al 30 aprile 2021 erano 346.462 le tonnellate di olio di oliva in giacenza, con una riduzione del 2,7% rispetto lo stesso periodo l’anno scorso. Di queste, il 72,4% è rappresentato da olio extra vergine di oliva (Evo) e, in quest’ambito, il 48,7% (e quindi 122.070 tonnellate) è di origine italiana e il 44,8% è di origine Ue. “Marginali – si legge nella nota – sono gli stock di olio extra Ue e di oli blend”.
Come evidenziato da Il Sole 24Ore, questi numeri sono molto lontani sia dai consumi italiani, che sono di circa 600 mila tonnellate l’anno, pari a 11,9 chilogrammi pro capite, sia dal reale fabbisogno nazionale, di oltre un milione di tonnellate, che include le circa 400 mila tonnellate l’anno che vengono esportate. Più nello specifico, la produzione italiana di olio d’oliva ‘di pressione’ è di circa 250 mila tonnellate (dati Ismea), contro le oltre 700mila tonnellate di prodotto dichiarate negli anni ’90.
“Il deficit produttivo di cui soffre l’olio italiano è ormai un dato di fatto”, ha spiegato Anna Cane, presidente del Gruppo Oliva di Assitol. “Ce lo indicano chiaramente le rilevazioni, per giunta da fonti ufficiali. Salta agli occhi che, purtroppo, di olio extravergine di origine italiana non solo non ce n’è per tutti, ma ce ne è davvero per pochi”. Eppure negli ultimi anni, proprio per recuperare il buco produttivo e insieme con gli olivicoltori, “è stato messo in piedi un ambizioso Piano olivicolo. Un piano che in realtà non è andato oltre qualche iniziativa di ricostituzione del patrimonio di uliveti distrutti dalla Xylella in Puglia e del quale con la pandemia si sono perse le tracce.”
Tornando ai numeri che emergono dal report, a livello geografico circa la metà della giacenza nazionale di olio di oliva (49%) è presente nelle regioni del Sud Italia, “con il significativo contributo delle regioni Puglia e Calabria (33,8% e 7,8%, rispettivamente)”.
La giacenza totale di ‘olio extra vergine di oliva’ e di ‘olio vergine di oliva’ da agricoltura biologica è di 38.780 tonnellate, quasi esclusivamente Evo (99,3%), pari al 15,4% dell’Evo complessivamente detenuto in Italia. L’olio bio è detenuto prevalentemente in Puglia, Sicilia, Toscana e Calabria.