Gli italiani tornano a mangiare al ristorante, e più di prima. Nel primo semestre 2022 la spesa per la ristorazione è cresciuta del 35% rispetto allo stesso periodo del 2019. È questa la fotografia fornita da American Express, che ha analizzato i dati di spesa dei titolari di carta tra gennaio e giugno 2022, confrontandoli con lo stesso periodo del 2019.
Tra le categorie di ristorazione che hanno beneficiato della crescita, emergono modalità di consumo veloce (+85%) e fine dining (+47 per cento). Il lunedì risulta essere il giorno più gettonato per cenare fuori, seguito da domenica e sabato, e in cima al ranking di spesa si posizionano Milano e Roma. Anche le città del Sud Italia sono tra le prime cinque della classifica con Napoli e Palermo rispettivamente al terzo e quinto posto, mentre Firenze si piazza al quarto. Fuori dall’Italia, la classifica internazionale delle cinque città dove gli italiani spendono di più per mangiare fuori è guidata da Amsterdam, seguita da Londra e Parigi. L’unica città non europea in classifica è San Francisco, che si piazza al quarto posto, mentre Madrid è al quinto posto.
Più in generale, la ristorazione ha dimostrato la sua attrattiva anche nei mesi estivi. Basti pensare che a giugno 2022 è stata registrata una crescita del consumo di prodotti ittici fuori casa del 16% sul 2019. Stando alla ricerca di The Npd Group l’incremento dei consumi fuori casa è aumentato in particolare per stoccafisso e baccalà da parte di italiani tra i 25 e i 49 anni, soprattutto durante il weekend.
Sui mesi di luglio e agosto, invece, si è espresso l’Osservatorio Confimprese-Ey. A luglio la ristorazione ha riportato una crescita del 9,7% su luglio 2021 e ad agosto del 20,3% sullo stesso mese dell’anno scorso, distinguendosi come miglior mese in termini di performance dalla fine delle restrizioni. “La chiusura del mese di agosto con una crescita a due cifre verso il 2021 – ha dichiarato Mario Maiocchi, direttore del centro studi Confimprese – ha dimostrato che il trend è positivo. Si avanza rispetto allo scorso anno con una progressione mese dopo mese. Il consumo, almeno fino a oggi, non manca, ma l’attenzione si sposta sui costi di gestione, in particolare affitti ed energia, e sui prossimi mesi, che saranno cruciali per l’impatto inflattivo sul potere di spesa dei consumatori”.