Non si arrestano le operazioni in Oltrepò Pavese che, soprattutto negli ultimi mesi, sta attirando l’attenzione degli investitori. Dopo Berlucchi e Masi nel 2023, e prima di loro Tommasi, Zonin1821 e i Cordero, ora tocca ora a Cantine Ermes che ha acquisito all’asta lo stabilimento produttivo e il marchio di Cantina Sociale di Canneto a Canneto Pavese (Pv).
Cantine Ermes è una cooperativa siciliana nata nel 1998 e oggi attiva anche in Veneto, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo arrivando a contare 2.513 soci conferitori per una superficie complessiva in produzione superiore ai 13.600 ettari (vendemmia 2022). Nel 2023 la cooperativa ha registrato un fatturato di oltre 128 milioni di euro, in crescita sui 118 dell’anno precedente.
Con Cantina Sociale di Canneto, Ermes riprenderà la tradizione produttiva del territorio, “valorizzando il patrimonio ampelografico dell’Oltrepò Pavese fondato su: pinot nero, pinot grigio e moscato”.
“A contare nella nostra mission aziendale, sono il potenziale identitario espresso dai territori in cui abbiamo investito e continuiamo ad investire, e la capacità di quei vini di competere sui mercati più importanti per il vino italiano”, afferma Rosario Di Maria, presidente di Cantine Ermes. “Buona parte degli stabilimenti acquisiti da Cantine Ermes negli anni, sono stati frutto di fusioni per incorporazione, ridando energia e prospettive a cantine sociali rappresentative di quei territori, senza disperderne il patrimonio umano e sociale”.
L’Oltrepò Pavese è un’area estremamente vasta che comprende 12.512 ettari e sette denominazioni, per una produzione che si attesta sulle 72 milioni di bottiglie (dato al 2021). Qui si produce il 65% del vino lombardo ed è presente la più grande superficie vitata a pinot nero (2.800 ettari) in Italia e la quarta in Europa (dopo Champagne, Borgogna, Languedoc). Proprio da qui proviene il 75% del pinot nero italiano.
“Il vino più prodotto è la Bonarda (circa 15 milioni di bottiglie), ma la stella polare è il Pinot Nero, prodotto sia in metodo classico Docg (e che vedrà un cambiamento del disciplinare per qualificarsi ancor meglio come punta d’eccellenza), sia in rosso”, ha raccontato a Pambianco Wine&Food Carlo Veronese, direttore del Consorzio Oltrepò Pavese. “L’Oltrepò Pavese unisce i racconti di zone con antica tradizione vinicola e storicità in un unico, grande areale. Il nostro punto di forza è anche il nostro punto di debolezza: avere tante denominazioni che comprendono vini che vanno dall’aperitivo al dolce”. D’altro canto, “la nostra estensione rende difficile l’identificazione territoriale con un unico vino. La volontà del consorzio per il futuro è di attuare una riorganizzazione tra le Doc e le Igt e anche all’interno delle singole Doc, con la possibilità di una futura ridenominazione di queste ultime”.
L’intervista integrale si trova all’interno di un approfondimento sull’Oltrepò Pavese presente nel numero di febbraio-marzo di Pambianco Wine&Food Magazine e qui.