L’applicazione di una commissione aggiuntiva del 3% da parte di TheFork ha scatenato le proteste dei ristoratori. A partire dal 7 ottobre, i ristoranti che utilizzano la piattaforma di prenotazioni on line saranno obbligati ad accettare The ForkPay, il nuovo sistema di pagamento introdotto da TheFork. Un sistema che, precisa Fipe-Confcommercio, non presenta alcun vantaggio “ma solo maggiori costi per i ristoranti: da un lato sono previste commissioni medie del 3%, ben più alte rispetto a quelle delle carte di credito e dei bancomat. Dall’altro prima di vedersi accreditare gli incassi sui conti correnti, i ristoratori sono costretti ad attendere diversi giorni”, si legge in una nota della federazione dei pubblici esercizi.
Tra le proteste, spicca quella del presidente dei ristoratori di Padova, Erminio Alajmo (padre di Raffaele e Massimiliano Alajmo), il quale minaccia disdette a raffica qualora TheFork non dovesse tornare sui suoi passi. Questo perché già ora, rileva l’associazione provinciale di Padova, TheFork prende già 2 euro a coperto e su 100 euro di conto per 4 commensali, il costo a carico dell’esercente può avvicinarsi al 10%. “Siamo già pronti ad offrire agli associati uno strumento alternativo ed assolutamente gratuito che può gestire indifferentemente prenotazioni, takeaway, consegne a domicilio oppure eventuali ordini direttamente dal tavolo, a costo zero per l’esercente”, ha dichiarato Alajmo.
Si tratta di un ulteriore episodio che testimonia la tensione tra la ristorazione e le società che offrono servizi online. E non si tratta più soltanto delle recensioni più o meno attendibili che appaiono su TripAdvisor, a cui appartiene peraltro TheFork. In ballo ci sono anche gli elevati fee richiesti per il delivery, che si portano via circa un terzo dell’incasso, come evidenziato dal presidente dell’Unione brand della ristorazione (Ubri) Vincenzo Ferrieri.
“Le nuove condizioni imposte da The Fork sono assolutamente irricevibili: invece di aumentare la liquidità a disposizione delle imprese e ridurre i costi, fanno l’esatto contrario. Si tratta insomma di balzelli insostenibili, che arrivano in un momento di particolare difficoltà per migliaia di ristoratori”, ha commentato il vicepresidente vicario di Fipe, Aldo Cursano. In passato, TheFork e Fipe avevano collaborato per gestire l’emergenza e la piattaforma aveva “accompagnato” i ristoranti verso la svolta del delivery. Ora però lo scenario è mutato.