Se le vendite nel 2021 erano ritornate su livelli pre-covid, il 2022 sembra confermare quella che si prefigura come una sorta di vera e propria rinascita. È quanto emerge dopo l’incontro organizzato dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano per fare il punto sullo stato dell’arte di questa storica denominazione toscana che, come ha evidenziato il suo presidente, Andrea Rossi, probabilmente è stata per troppo tempo sottovalutata.
A fine settembre le fascette messe in commercio di Vino Nobile superano del 10% quelle del 2021, mentre nel caso del Rosso di Montepulciano si arriva al 25% in più, a conferma di un importante lavoro fatto su questa denominazione di ricaduta, evidentemente sempre più amata dai consumatori non solo per il prezzo più accessibile ma anche per un approccio più immediato nel bicchiere. “Un exploit che quest’anno è trascinato soprattutto da piccoli e medi produttori grazie alla ripresa dei consumi nel comparto Horeca”, ha sottolineato Susanna Crociani, vice presidente del Consorzio, al contrario quindi di quanto era avvenuto l’anno scorso, quando era stata soprattutto la Gdo a sostenere le vendite.
Al di là dei numeri, tutti molto positivi, soffia un vento differente rispetto al passato all’interno di questa denominazione, Doc dal 1966 e Docg dal 1980, ma che per troppo tempo è stata considerata una Cenerentola rispetto a vicini di casa che hanno certamente ingranato un marcia in più sul fronte delle vendite, della comunicazione e della qualità media . “La pandemia è stata un’occasione per rivedere alcune scelte e intraprendere un percorso di riflessione interna”, ha spiegato il presidente del Consorzio.
Messi da parte passati tentativi di fughe solitarie in avanti, oggi il Consorzio unisce 75 aziende imbottigliatrici che rappresentano più del 90% della superficie vitata, a fronte di un potenziale di circa 10 milioni di bottiglie. Negli ultimi tre anni è arrivata la certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas, primo distretto del vino in Italia a ottenerla, ed è ormai quasi terminato l’iter che porterà all’introduzione della terza tipologia, le Pievi, che vedrà la luce con le prime bottiglie sul mercato nel 2024.
“Abbiamo reinterpretato la nostra storia – ha continuato Andrea Rossi – con un progetto che premia la differenziazione esistente nel nostro territorio”. E per valorizzare ancora meglio questo percorso verso il recupero di una nuova identità, sono state presentate anche le nuove etichette consortili, formate da tante icone che raccontano i valori della denominazione in chiave moderna. Da non sottovalutare, infine, l’inserimento in etichetta dalla parola Toscana, “fondamentale per dissipare storici problemi di comunicazione”, ha concluso questa volta Susanna Crociani.
Insomma, tutto sembra procedere per il meglio a Montepulciano: cresce il turismo, anche italiano; e ha ricominciato a crescere l’export verso mercati storici come Usa e Nord Europa, ma anche il mercato interno, che oggi rappresenta il 30%, non è più trascurato. Infine, arrivano anche nuovi capitali sul territorio, come dimostra il recente investimento di Frescobaldi.