New Factor nel 2021 investirà altri due milioni nella filiera delle noci di Romagna. L’azienda riminese da 42 milioni di ricavi, specializzata nell’ambito della frutta secca e degli snack naturali, si prepara al raddoppio della capacità del proprio impianto di San Martino di Forlì, già oggetto di un investimento di sette milioni di euro, dedicato all’essiccazione e alla sgusciatura delle noci, coltivate nel territorio a seguito dell’avvio di un progetto della Regione Emilia Romagna, denominato In-Noce. Partendo da zero, questo progetto ha attratto importanti investimenti in nocicoltura, da parte di gruppi locali e anche di fondi di investimento, tali da raggiungere tra due anni i 500 ettari coltivati nelle province di Forlì-Cesena e di Ferrara.
La capogruppo per la lavorazione delle noci è la New Factor Spa che ha realizzato presso la Azienda Agricola San Martino stabilimenti con tecnologia 4.0 per la prima lavorazione. In questo modo, la noce di Romagna si sta imponendo nello scenario nazionale come una produzione di nicchia in grado di assicurare al mercato interno, una volta giunta a pieno regime, circa 2.500 tonnellate di prodotto, a fronte delle 60mila tonnellate di noci consumate ogni anno in Italia. Queste noci, proprio perché a km zero e destinate in esclusiva al mercato italiano, sono qualitativamente molto diverse rispetto a quelle importate da oltre oceano differenziandosi per una maggiore freschezza e un sapore più intenso e distinto, grazie a tecniche di essiccazione meno impattanti quindi più sostenibili con il massimo rispetto per l’ambiente e un minor consumo di energia. Le noci di Romagna Mister Nut sono vendute principalmente in guscio e sgusciate sui canali della distribuzione moderna e sui mercati ortofrutticoli nazionali ma anche utilizzate da New Factor per produrre, sempre a marchio Mister Nut, delle soffici barrette con ingredienti 100% made in Italy tra cui la noce di Romagna.
“Abbiamo creato una linea di prodotto ad alto valore aggiunto come gli snack morbidi composti da noci abbinate a frutta secca disidratata tutta italiana”, racconta a Pambianco Wine&Food il ceo di New Factor, Alessandro Annibali. In particolare, sono state lanciate sul mercato le barrette di noci di Romagna in tre differenti abbinamenti: con le mele del Trentino, con le Pere ferraresi e con i fichi del Salento.
L’azienda agricola San Martino può contare su 80 ettari di proprietà coltivati a noceto e ha fatto da traino al progetto In-Noce, al quale oggi aderiscono 19 aziende, di cui oltre una decina associate ad Agrintesa.
Il commercio internazionale delle noci è caratterizzato da uno storico dominio dei produttori californiani, i cui prodotti presentano caratteristiche molto diverse da quelle della noce di Romagna. “Essendo destinate all’export, le noci della California vengono essiccate più a lungo per evitare il rischio di muffe o alterazioni durante il loro lungo tragitto verso mercati lontani e presentano quindi un grado di umidità molto basso, la metà rispetto a quello delle noci di Romagna, che son invece destinate a un consumo interno. Il nostro obiettivo non è l’export, perché non abbiamo grandi numeri e puntiamo quindi a soddisfare la richiesta di un prodotto di alta qualità”, afferma Annibali. I prezzi viaggiano di conseguenza. Si parla di un prezzo al consumatore finale tra gli 8 e i 9 euro al chilo, a seconda dei calibri, quando invece i californiani oggi viaggiano a circa la metà, anche per smaltire stock importanti di vecchio raccolto invenduto a seguito della crisi mondiale e per smaltire una produzione record del nuovo raccolto. Il primo produttore mondiale resta però la Cina, ma la produzione cinese è interamente destinata al consumo interno. Altri Paesi rilevanti sono Cile e la Francia e ora si stanno affacciando molti altri nuovi competitor dai paesi dell’Est Europa. “C’è spazio nel mercato, ma c’è tanta concorrenza, che significa pressione sui prezzi. Per questo è fondamentale innovare e lanciare nuovi prodotti, come stiamo facendo con Mister Nut” garantendo al consumatore finale sempre e comunque la migliore qualità e freschezza, sostiene il ceo.
Sempre della Azienda Agricola San Martino il progetto Tenuta Villa Rovere con la produzione di un limitato numero di bottiglie di vini eleganti e sottili destinati all’alta ristorazione provenienti da vigne allevate in un clos naturale di 8 ettari racchiuso tra il fiume Montone e il Canale dei Mulini a Terra del Sole, in un terroir sabbioso franco limoso particolarmente adatto ad vitigni internazionali come il Sauvignon Blanc, Il Cabernet Sauvignon, lo Shiraz e il Merlot.