Crescita sostenibile del business, rafforzamento del valore condiviso (corporate citizenship) e persone al centro della mission societaria. Ecco i tre punti chiave nei piani di Nestlè Italia e del suo nuovo presidente e amministratore delegato Marco Travaglia, 55 anni, 30 dei quali vissuti all’interno del colosso alimentare svizzero. Il ceo si è presentato alla stampa con uno studio, condotto in collaborazione con Althesys, dal quale si evince che Nestlé contribuisce alla creazione di valore condiviso per il sistema economico e sociale italiano per un ammontare di quasi 3,65 miliardi di euro, pari allo 0,2% del Pil nazionale, stimolando un volume d’affari calcolato sulla filiera di 7,5 miliardi di euro, di cui 2,2 generati direttamente dal gruppo. In sostanza, ogni euro di valore prodotto da Nestlé in Italia genera 4,5 euro sull’intera filiera.
Questo significa qualcosa come 1,48 miliardi di contribuzione fiscale (a livello di sistema) e come sei posti di lavoro per ogni dipendente del gruppo Nestlè. “Il 74% dei fornitori di Nestlè Italia è italiano”, ha aggiunto Travaglia, precisando che il gruppo ha investito oltre 200 milioni di euro nel Bel Paese durante il triennio 2017-19 e che ne prevede altri 50 milioni l’anno da qui al 2022 per continuare a tenere alto il tasso di competitività, affrontando la concorrenza interna ed esterna al Paese.
Il portafoglio marchi di Nestlè Italia comprende tra gli altri Perugina, Buitoni, Nescafé, Orzoro, Nesquik, il leader del pet food Purina e le acque minerali S.Pellegrino, Acqua Panna e Levissima. “Si tratta di un portafoglio secondo me straordinario, ben composto ed equilibrato sul territorio. Siamo in crescita a livello e-commerce e nel canale discount, ma ci sono anche ottime opportunità di sviluppo nel fuori casa”, ha affermato Travaglia, aggiungendo che le prospettive sono ugualmente interessanti tra ambito food e beverage.
In particolare, Nestlè sta investendo per intercettare le possibilità di espansione nell’ambito delle alternative alle carni, dove opera con il brand Garden Gourmet e con lo specifico prodotto Incredible Burger. “Osserviamo una graduale riduzione del consumo globale di carni rosse, con un interesse sempre più consistente per i sostituti vegetali della carne”, precisa Travaglia.
Nel frattempo, l’intero gruppo Nestlè ha dato il via a un piano per la sostituzione del packaging tradizionale con quello riciclabile o riutilizzabile, con importanti investimenti a supporto. Si punta a una totale sostituzione entro il 2025, ma Travaglia precisa: “In Italia siamo al 95% del packaging già riciclabile, quindi molto vicino all’obiettivo 2025. E siamo stati il primo Paese a raggiungere, già nel 2017, l’obiettivo di zero rifiuti mandati in discarica. Intanto i consumi energetici sono diminuiti già del 23% e le emissioni totali di CO2 del 33 percento”.
Sulla trasformazione pesa però la plastic tax che, come testimoniato dal ceo di Nestlè Italia: “Avrà un impatto significativo, per quanto incalcolabile al momento. Ed essendo così avanti nel processo di sostituzione, è un peccato trovarsi un ulteriore fardello economico”.