Il cambio ha influito negativamente sui conti del Gruppo Campari, che ha chiuso il primo semestre fiscale con un aumento del fatturato del 5,4% in termini organici a 778,2 milioni di euro ma ha lasciato sul terreno il 4,7% per l’effetto sfavorevole dei cambi e per la cessione di business non strategici. Ciononostante, i mercati stanno guardando con attenzione al business della società specializzata negli spirits e leader nel mondo degli aperitivi, che sta ottenendo tassi di crescita particolarmente interessanti nel mercato americano con uno dei suoi prodotti iconici: si tratta di Aperol.
Secondo uno studio della banca d’affari Berenberg, citato da Il Sole 24 Ore, la stima sul tasso di crescita di Aperol sarebbe pari al 25% contro il precedente 11% grazie anche al mercato nordamericano, dove sta esplodendo il consumo dello spritz per l’ora dell’aperitivo, di cui Aperol è uno degli ingredienti base. Berenberg ritiene che entro la fine del 2018 gli Stati Uniti diventeranno il terzo mercato per l’Aperol, che nel paese raddoppierà i consumi con grosse implicazioni per i margini di Campari. Sulla base di queste dinamiche, gli analisti hanno assegnato un giudizio “buy” al titolo Campari, con un prezzo obiettivo a 8,3 euro. Il titolo ha chiuso la seduta del 30 agosto a 7,64 euro.
“Campari continua a essere il nostro nome preferito tra i produttori di super alcolici. Crediamo che la sua crescita sia sostenibile e c’è un potenziale di aumento dei margini che si materializzerà progressivamente”, conclude lo studio di Berenberg.
Intanto, l’AD Bob Kunze-Concewitz ha commentato i risultati semestrali con soddisfazione, evidenziando l’accelerazione delle vendite nel corso del secondo quarter. “Guardando alla seconda parte dell’anno – ha affermato – le nostre prospettive rimangono sostanzialmente bilanciate in termini di rischi e opportunità. Rimaniamo fiduciosi sul conseguimento di una performance positiva per i principali indicatori di crescita organica nell’anno, trainata dalla continua performance positiva delle principali combinazioni di prodotto e mercato a elevata marginalità”.
Oltre ad Aperol, i brand trainanti durante la prima parte del 2018 sono stati Campari, Wild Turkey, Grand Marnier ed Espolòn. A livello geografico, Stati Uniti, Europa Occidentale e Australia hanno registrato una crescita superiore alla media del gruppo.
L’utile netto del gruppo è stato di 147,2 milioni, in aumento del 35,5%. L’utile rettificato si è attestato a 104,4 milioni, con una progressione del 11,6 percento.