Il finale del 2020 sarà il peggiore nella storia recente dello spumante in Italia. Tra feste “blindate” e limiti nella circolazione territoriale, si prevede un calo del 12% rispetto al precedente periodo di Natale e Capodanno. Ad affermarlo è l’osservatorio Ovse-Ceves, che come ogni anno studia i consumi del periodo più intenso per l’apertura di bottiglie della categoria sparkling. Nel 2019, i tappi a saltare furono 75-76 milioni, mentre quest’anno dovrebbero fermarsi a quota 66-67 milioni. Solo negli ultimi 30 giorni dell’anno, il danno alla produzione di vini spumanti è stimato nell’ordine dei 60 milioni di euro, che salgono a oltre 150 milioni calcolati come prezzo al consumo.
“Purtroppo i dati relativi alle spedizioni e distribuzione in Italia degli ultimi mesi di consegne (ottobre-novembre) sono i più bassi di sempre”, afferma il direttore di Ovse, Gianfranco Comolli. Con le chiusure, seppur mirate, il settore horeca resta il più colpito, subito dopo il turismo. Una lacuna non compensabile con i consumi virtuali, nei trenta giorni in cui le imprese italiane delle bollicine realizzano un terzo del fatturato annuo nazionale. Tuttavia, osservando il bicchiere mezzo pieno, sembra che la catastrofe che ha colpito altri grandi brand europei, non abbia o non stia affondando il consumo di bollicine italiane.
Il contenimento del calo è reso possibile dai due canali più dinamici, l’online e la grande distribuzione organizzata. Il calcolo di Ovse-Ceves è di un +9% in valore negli acquisti in Gda e un +8% in volumi per le bollicine, un +3% rispetto ai mesi precedenti per i vini tranquilli. Altri due dati emergono dall’indagine: la tenuta, se non l’aumento, sia degli acquisti che delle spedizioni in enoteca e per pacchi regali. Meno pacchi misti, più confezioni (+14%) di soli spumanti. E in generale, le bollicine italiane reggono ancora il confronto, molto meno quelle francesi. A mancare, in sostanza, sono tutte le bottiglie della ristorazione, dei bar notturni e delle discoteche, e queste ultime peseranno soprattutto nella notte del 31 dicembre.
“Le bottiglie sulla tavola delle feste, almeno quelle domestiche, in pochi e con tutte le giuste precauzioni, non dovrebbero mancare, purché convenienti”, sottolinea Ovse-Ceves. Come sempre, soprattutto in Gda, le promozioni last minute saranno molto interessanti e potrebbero anche migliorare i dati. Questo dimostra che c’è anche un problema di disponibilità verso le etichette a più altro valore e brand. Il sondaggio compiuto a cavallo delle feste dell’Immacolata (1842 referenti) svela che gli italiani nel dicembre 2020 mettono al primo porto tutto quello che risulta essere “conveniente”, in una specie di gara fra il non rinunciare ma spendendo meno in ogni caso: chi per obbligo, chi anche per necessità. L’aumento delle vendite di vino tranquillo e spumante online e le quote di etichette di bollicine nelle confezioni regalo, in parte frenano il danno e in parte colmano il gap dei consumi fuori casa.