Dicembre, mese cruciale per l’andamento del comparto bollicine, si preannuncia positivo all’estero e finalmente anche in Italia. Ad affermarlo è Ovse, Osservatorio vini spumanti effervescenti, che prevede 148 milioni di bottiglie stappate dagli italiani nel corso dell’anno e 76-78 milioni soltanto nel periodo di Natale/Capodanno 2015, in ripresa rispetto ai 72 milioni del 2014. “Occorre però tener conto – afferma Giampietro Comolli, fondatore dell’osservatorio – che la flessione dei consumi negli ultimi cinque anni è stata mediamente del 3-5% annuo. Il prossimo sarà un Natale in controtendenza, ma la strada del recupero è lunga”. Il valore del consumo domestico di spumanti italiani si aggira sul miliardo di euro, in leggera crescita grazie ai valori a bottiglia nella distribuzione organizzata e al fenomeno Prosecco Doc, che sta soppiantando gli spumanti comuni secchi. In calo le due principali bollicine dolci, Asti e Brachetto d’Acqui, e stazionari i grandi metodi tradizionali, Trentodoc e Franciacorta, così come Oltrepò e Altalanga. Da segnalare infine la crescita di piccoli brand territoriali che operano in zone di produzione secondarie per la spumantistica (Gavi, Verdicchio, Irpinia, Venezia), sostenuti da una richiesta locale forte per il canale horeca (soprattutto catering) e dai consumi fuori pasto.
A far da traino ai conti delle bollicine italiane è soprattutto l’estero. Negli Stati Uniti, calcola Ovse, nel periodo delle festività natalizie, quasi una bottiglia stappata su due è made in Italy: 40-42 milioni su un totale di 100 milioni, con il Prosecco in grande evidenza, e a seguire lo Champagne che ne fa circa 20 milioni. In Gran Bretagna, l’Italia controlla addirittura i due terzi del mercato di Natale con 25 milioni di bottiglie previste. In Germania, dove il consumo di bollicine è dato in ripresa, una su tre è italiana e una su sette in Giappone, dove ci sono ampi margini di crescita. L’unico segno fortemente negativo riguarda la Russia. “Nell’intero 2015 – sostiene Comolli riguardo a Mosca – l’Italia dovrebbe chiudere a 17 milioni di bottiglie vendute contro le 30 degli anni migliori. Di questi 30, ben 6 milioni riguardano un singolo brand del mondo Asti”. Nonostante la Russia, il 2015 passerà agli annali come anno memorabile per lo spumante italiano: l’export al 31 dicembre sarà cresciuto del 20% sul 2014, pari a 375 milioni di bottiglie di cui oltre 300 milioni sono quelle legate al mondo Prosecco (doc e docg).