Piace la manifestazione, ma la location non è da champagne. Questo è in sintesi il manifesto dei partecipanti alla Champagne Experience andata in scena domenica 13 e lunedì 14 nei padiglioni di ModenaFiere. Oltre 500 etichette di champagne per 125 maison sono state protagoniste di quella che è di fatto una delle più importanti iniziative dedicate a pubblico e professionisti delle bollicine francesi.
Nata per volontà del Club Excellence, associazione che riunisce 15 importatori di vini d’eccellenza, la due giorni modenese, giunta alla sua terza edizione, ha avuto il compito, come sottolineato dal direttore Lorenzo Righi, “di offrire al pubblico una vetrina il più completa possibile del mondo dello champagne”, aggiungendone anche la componente didattica “delle master class guidate da relatori altamente qualificati”. D’altronde, conquistare e consolidare il mercato italiano è un aspetto fondamentale anche per gli stessi produttori d’oltralpe, considerando che da questo lato delle Alpi nel 2018 sono state distribuite 7,36 milioni di bottiglie per un giro d’affari di circa 158,6 milioni di euro (+4,2% sui dodici mesi precedenti). Numeri che posizionano l’Italia subito dietro gli Usa, il Regno Unito, la Germania e il Giappone tra le piazze più affezionate, escludendo naturalmente quella francese.
Tornando alla terza edizione appena conclusa, il giudizio raccolto tra gli espositori è stato positivo, sia per la qualità dell’organizzazione, “che garantiva sempre una corretta temperatura delle bottiglie”, che per l’affluenza, “apparsa un po’ superiore a quella dell’anno scorso”. L’edizione 2018 aveva registrato un flusso di 4mila visitatori, mille dei quali appassionati. Semmai, come detto, il nodo dolente è il padiglione della fiera, “perché lo champagne per sua natura e blasone meriterebbe una location più coinvolgente dal punto di vista estetico”.
Critica che però non è mossa alla città di Modena, viste le voci di una prossima edizione in altra data e, soprattutto, in altra città (diversi rumors indicano Firenze come possibile alternativa). Di Modena, in particolare, piace la posizione geografica, perché si trova nel mezzo di quella che è della zona più importante del mercato, e perché ormai la macchina funziona. E quest’ultimo è uno degli aspetti che più preoccupa guardando all’ipotesi, pur ormai remota, che la Champagne Experience diventi un appuntamento itinerante.
Fabio Gibellino