Mionetto archivia un 2021 “da record”, complici sia le attività in Italia sia le esportazioni. Nell’anno, come raccontato a Pambianco Wine&Food da Robert Ebner, chief sales officer e management board executive, l’azienda nata tra le colline del Valdobbiadene nel 1887 ha registrato una crescita “oltre le aspettative di budget” del 22%, a quota 104 milioni di euro.
Un risultato su cui, appunto, ha inciso tanto l’Italia quanto l’estero, che oggi genera l’80% dei ricavi ed è fortemente presidiato grazie anche al Gruppo Henkell-Freixenet, di cui Mionetto fa parte dal 2008 e che oggi annovera 30 consociate distribuite in oltre 70 Paesi. I mercati principali per Mionetto sono Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna, ma nell’anno si sono particolarmente distinte le performance di emergenti come la Polonia, che ha superato di gran lunga il milione di bottiglie Mionetto, così come sono cresciuti in doppia cifra la Francia e i Paesi nordici e baltici.
“L’Italia è un mercato fondamentale per la qualità, quindi c’è una propensione alla Docg, mentre l’estero, dove è la doc che fa il mercato, cresce sopratutto con l’orange label”, precisa Paolo Bogoni, chief marketing officer e management board executive. “Questo non toglie che nei principali mercati in cui siamo presenti siano integrate anche le altre collection, come per esempio la luxury”.
Ed è proprio in occasione di Vinitaly che Mionetto ha presentato il restyling delle linee Luxury Collection, dedicata esclusivamente all’horeca e per la quale è stato proposto il nuovo Prosecco Doc Rosé, e della linea premium Mo Collection, destinata alla gdo.
Nell’anno, il 60% dei ricavi sono stati generati dalla grande distribuzione e il restante 40% dall’horeca. “In questa percentuale non c’è ancora la piena espressione dell’horeca che potrebbe tornare quest’anno ai livelli pre-Covid”, puntualizza Ebner. “Ma riteniamo comunque che, nonostante il riallineamento dei numeri horeca, la gdo, dopo aver dimostrato negli ultimi due anni questa dinamicità, rimarrà al di sopra dei livelli pre-pandemici”.
La prossima frontiera di Mionetto? Il no alcol, tanto che lo scorso giugno il brand ne ha già lanciato una referenza in alcuni Paesi del nord Europa. “L’idea di affiancare il concetto no-alcol al brand Mionetto è stata molto ragionata soprattutto per il mercato italiano che è molto difficile – spiega Bogoni – ma pensiamo che ad oggi altri Paesi europei, così come la stessa Italia, siano pronti a recepire questa categoria di prodotto, purché ci sia molta attenzione all’identità e allo stile sia del prodotto sia dell’immagine”. Nel mercato domestico, quindi, “l’idea è di poterlo presentare già tra il 2022 e il 2023”.