Masi Agricola perde terreno nel terzo trimestre in un contesto flat delle vendite di vini extra bollicine, nell’attesa di ottenere i benefici dell’acquisizione del 60% di Canevel, comunicata a fine settembre, con cui la società dell’Amarone è entrata nel mondo del Prosecco.
I ricavi netti dei primi nove mesi restano in positivo (+3%) e sono pari a 44,9 milioni di euro contro i 43,7 dello stesso periodo 2015. La redditività è in lieve calo, da 11 a 10,7 milioni di euro. Aumenta intanto, a causa di Canevel (pagata 7 milioni di euro), l’indebitamento finanziario netto, pari a 9 milioni di euro. La società della Valpolicella evidenzia che il risultato è stato parzialmente influenzato dall’andamento del dollaro canadese, valuta con cui viene realizzata una quota importante delle vendite, che nel periodo in esame ha perso circa il 4% rispetto al periodo precedente. Il valore del titolo quotato al mercato Aim resta sostanzialmente in linea con i valori degli ultimi trenta giorni, a 4,1 euro.
Masi comunica inoltre di aver tutelato il proprio core business, che consiste nei vini da appassimento, “attraverso una coerente gestione degli acquisti e delle scorte”. La specifica deriva dalla decisione presa dalla Regione Veneto di ridurre, per la vendemmia 2016, la percentuale di uve messe a riposo e destinate alla produzione dei vini Docg Amarone della Valpolicella e Recioto della Valpolicella, abbattendo del 20% la scelta vendemmiale rispetto al limite consentito nel 2015.