Il calo nel 2020 è stato forte per le friulane Marco Felluga e Russiz Superiore, specializzate in ambito horeca. Le due aziende, che messe assieme superano i 5 milioni di ricavi con una produzione massima di 600mila bottiglie per la prima e di 180mila per la seconda, hanno ridotto le vendite di circa il 30%, secondo quanto dichiarato a Pambianco Wine&Food dall’amministratore Roberto Felluga, figlio di Marco e quinta generazione della famiglia.
Felluga appare ottimista sulle possibilità che si aprono nel corso dell’anno. “In situazioni come queste ci possono essere buone opportunità commerciali, e credo che per il 2021 ci saranno”, afferma. E nelle due aziende, accomunate dallo stesso canale distributivo (l’horeca) e differenziate per le caratteristiche delle tenute (Russiz è un corpo unico in Collio, mentre Marco Felluga è suddivisa in quattro zone con microclimi e vinificazioni differenti), si preparano a intercettarle senza rinviare gli investimenti già previsti. In particolare, è stata completata la realizzazione di un impianto fotovoltaico per aumentare l’autosufficienza energetica e accelerare sulla sostenibilità ambientale, che è uno dei cardini del gruppo Marco Felluga. “L’economia circolare non è utopia, in un’azienda agricola. E non siamo lontani dall’arrivarci. Il mese scorso abbiamo completato l’impianto fotovoltaico di Russiz Superiore, progettato e poi bloccato dalla pandemia, ma ora siamo pronti”.
Nel 2021, il mercato che ha offerto più soddisfazioni all’azienda è stato quello cinese. “Abbiamo raccolto un ordine importante, a conferma del ritorno alla ‘quasi normalità’ della Cina. Tra le destinazioni che hanno resistito meglio compaiono la Russia e la Germania. Molto è chiaramente dipeso dalla possibilità di arrivare a casa del cliente finale, grazie anche all’online. In questo periodo abbiamo cercato di potenziare la nostra presenza nelle principali piattaforme di e-commerce e lo stesso è stato fatto dai nostri partner internazionali. Noi però restiamo legati all’horeca e stiamo cercando di rinsaldare i rapporti consolidati con i nostri partner, in particolare della ristorazione. La serietà e la fiducia costruita in anni di lavoro ci ripagheranno”.
Il primo mercato dei vini di Marco Felluga e Russiz Superiore resta l’Italia, che assorbe il 60% della produzione, e a seguire gli Stati Uniti con il 15 percento.
Roberto Felluga non legge, in queste cifre, una perdita di appeal dei vini del Collio. “C’è una bella differenza tra Friuli orientale e Friuli occidentale. Il primo è particolarmente legato a storia e tradizioni, il secondo è da sempre più sensibile alle richieste del mercato. Per quanto ci riguarda, il confronto è sempre utile e il consorzio Collio è uno dei più attivi in Italia. Io non trovo criticità. Il mercato rispondeva molto bene fino a febbraio, poi la pandemia ha cambiato le carte in tavola. Le voci che leggo sulle criticità del Collio non mi trovano d’accordo, perché la complessità dei nostri vini è un grande valore. Chi pensa che dovremmo fare vini più ‘facili’ secondo me dovrebbe cambiare denominazione”. Quanto all’alcolicità elevata dei vini del Collio, Felluga replica così: “Da anni se ne discute, in maniera aperta e positiva. I cambiamenti climatici sono una realtà, ma non hanno influito sulla qualità del prodotto. Inoltre, i nostri vini hanno un potenziale di longevità molto alto, e il Collio è una denominazione che non cambierei mai”.