Nuove aperture e acquisizioni in vista per Gruppo Gesa che, attualmente, raccoglie sotto di sé Cioccolatitaliani, Pizzeria Italiana Espressa e Bun, catena dedicata al mondo degli hamburger. Questi, rispettivamente, generano 20, cinque e cinque milioni di euro che, complessivamente, portano il gruppo a quota 30 milioni.
“Il 2021 ha visto un secondo semestre molto positivo, addirittura sopra le aspettative”, spiega Vincenzo Ferrieri, founder e CEO di Cioccolatitaliani. “Escluso l’ultimo paio di settimane di rallentamento a causa del propagarsi della pandemia, la seconda metà dell’anno ha portato il nostro gruppo a superare il budget prefissato e quindi contiamo di chiudere l’esercizio a quota -5% rispetto al 2019 anziché -20% come inizialmente immaginato”. Per contro, “ci aspettiamo un gennaio e un febbraio complicati a causa delle possibile nuove restrizioni alle porte”.
Nell’anno, il gruppo, la cui intenzione è diventare un “brand basket”, è salito in maggioranza in Bun e i piani di sviluppo per il 2022 prevedono l’apertura di altri 15 punti solo in Italia, che si aggiungono agli otto già presenti, proseguendo la propria espansione su Milano e aprendo, tra gli altri, due locali a Torino, due a Bologna e circa quattro su Roma. “L’idea – spiega Ferrieri – è portare a termine una copertura nazionale il prima possibile, per poi esportare il format all’estero”.
Per quanto riguarda Pizzeria Italiana Espressa, “siamo in fase di acquisizione e quindi di fusione con un altra catena del mondo della pizza che porterà i punti vendita da sei a 16 nel 2022”, spiega Ferrieri. “Ad oggi, il deal non è ancora concluso e quindi non possiamo dare ulteriori informazioni”.
Cioccolatitaliani ha invece aperto nell’anno altri 15 punti vendita ed è entrato in Montenegro e Macedonia. Ora sta lavorando su quest’ultima per completare la propria presenza nei Balcani e sta inoltre negoziando per entrare in Francia e Spagna con due partner importanti. Nel corso del 2022 verrano poi aperti altri 15 punti vendita sia in Italia sia all’estero.
Tra le criticità che aleggiano sui prossimi mesi, c’è inoltre l’incremento dei prezzi avvenuto su tutta la filiera, dal packaging alle materie prime, il cui rischio è “un aumento importante anche per il cliente finale”, aggiunge Ferrieri. Questa è infatti “un’evoluzione che non possiamo non prendere in considerazione. All’interno del nostro gruppo ci stiamo quindi interrogando su come resistere. Negli anni noi abbiamo sempre cercato di assorbire questi aumenti, ma ora sta diventando davvero insostenibile e il rischio è che ci siano dei rincari anche per il consumatore finale”.