“Non siamo un’azienda da exploit pazzeschi, procediamo a piccoli passi e con soddisfazione”, spiega a Pambianco Wine&Food Nicola Levoni, presidente della società con sede a Castellucchio (Mantova) specializzata nella produzione di salumi 100% made in Italy e ottenuti da capi nati e allevati in Italia. Il 2017 si è concluso con un giro d’affari di 108 milioni di euro, tre in più rispetto all’esercizio precedente, e il trend nei primi quattro mesi del 2018 è in ulteriore aumento del 5 percento. Questi piccoli passi sono accompagnati da un legame sempre più forte con il canale horeca, a completare una strategia di distribuzione che Levoni ha impostato sul normal trade.
La scelta commerciale di gestire una rete molto ampia di negozi (“Abbiamo diecimila clienti in Italia e tutti con piccole fatture”, sottolinea Levoni) ha permesso all’azienda di diversificare il rischio e di entrare nelle salumerie e nelle boutique del gusto, dove il prodotto viene valorizzato e non è sottoposto a promozioni spinte. Il passaggio nell’horeca non significa soltanto forniture alla ristorazione, ma anche supporto alle salumerie che dalla vendita hanno iniziato ad accompagnare anche la degustazione e la preparazione in loco di taglieri da abbinare ai vini. Appartiene a quest’ambito la collaborazione avviata con Renato Bosco, nome di punta della pizza e della panificazione, per accompagnare i salumi Levoni con lievitati di alta qualità.
Il giro d’affari di Levoni è dunque composto da un 56% di normal trade e da un 17% di gdo, per un complessivo 73% derivante dal mercato domestico. Dall’export dipende il restante 27% con Francia e Germania, entrambi in crescita a doppia cifra, come primi mercati e a seguire gli Stati Uniti dove nel 2014 è stata aperta la filiale commerciale nello stato del Connecticut che ha permesso a Levoni di quintuplicare il fatturato Usa, da meno di un milione ai 5,3 milioni di dollari del 2017.
Gli obiettivi di Levoni consistono nella crescita in ambito horeca per l’Italia e nell’ulteriore sviluppo statunitense, grazie anche all’apertura Usa verso i prodotti europei a breve stagionatura che dovrebbe avvantaggiare la commercializzazione del salame, specialità strategica per Levoni che ottiene il 32% del fatturato da questo prodotto contro una media del 10% per gli altri mercati. Prosegue inoltre la politica lanciata nel 2016 per la produzione di salumi ottenuti al 100% da capi nati e allevati in Italia, con particolare attenzione alle tematiche del benessere animale: “Un argomento cruciale non solo a livello etico, ma anche per la qualità del prodotto ottenuto e per la rendita degli allevatori”, osserva Levoni.
Il gruppo Levoni comprende, oltre alla sede di Castellucchio, i prosciuttifici di San Daniele del Friuli e Lesignano de’ Bagni e il macello Mec Carni di Marcaria, che nel 2017 ha fatturato 260 milioni di euro e fornisce non solo le materie prime utilizzate dall’azienda, ma anche carni e cosce destinate alla stagionatura del circuito tutelato.