Il “veggie burger” è salvo, perché nessuno degli emendamenti al vaglio del Parlamento Europeo che intendevano limitare l’uso delle denominazioni di carne ai soli prodotti di origine animale è stato approvato. Resta quindi tutto come prima, e le catene di ristorazione, ma anche i produttori, continueranno a operare abbinando termini come mortadella, salsiccia o hamburger per identificare prodotti integralmente vegetali.
Come riportato dall’Ansa, dopo giorni di dibattito, gli emendamenti più vicini al successo erano rimasti tre: divieto di usare termini relativi a tagli (bistecca) e preparati (hamburger) per prodotti vegetali, divieto con eccezioni (hamburger e salsiccia) oppure divieto con deroghe possibili da autorizzare dalla Commissione. Alla fine, nessuno dei tre ha raggiunto la maggioranza.
C’è delusione tra le associazioni di categoria che rappresentano i produttori di carne e di salumi. Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) ed Unaitalia (Unione nazionale filiere agroalimentari carni e uova), affermano per voce dei rispettivi presidenti, Nicola Levoni e Antonio Forlini, che “per l’industria delle carne e dei salumi italiana non si trattava di una lotta, ma di un appello al giusto riconoscimento e al rispetto del lavoro di milioni di agricoltori e lavoratori del settore zootecnico. La questione non è il consumo o il non consumo di carne, ma semplicemente l’importanza di dire le cose come stanno e di non sfruttare furbamente la notorietà ed il successo di altri. Va da sé che prodotti completamente diversi debbano avere nomi completamente diversi”. Il presidente di Assocarni, Luigi Scordamaglia, ha aggiunto che quella dell’Europarlamento è stata “una non scelta che va innanzitutto contro i consumatori. La trasparenza è stata sacrificata a beneficio dell’interesse di poche multinazionali così facendo stiamo suggerendo che un preparato vegetale abbia lo stesso valore culturale e nutrizionale di una bistecca, di un hamburger o di una salsiccia, le etichette raccontano un’altra verità”.
Di tutt’altro tenore il giudizio espresso dalla Lav (Lega anti vivisezione), che in una nota ha affermato: “Il riferimento ad una presunta confusione indotta nei consumatori, su cui ha fatto leva la campagna promossa da alcune organizzazioni del settore zootecnico, è indice dal grande timore della forte e crescente consapevolezza dei cittadini europei delle ragioni dalla scelta di alimenti 100% vegetali. Si scelgono i burger o le salsicce vegan con motivazioni ben chiare, come la tutela dell’ambiente, degli animali e della propria salute, non certo perché ci si confonde tra il prodotto di origine animale e quello vegetariano o vegetale”.