Terra Madre Salone del Gusto apre un’area B2B al Lingotto, dove l’evento fa ritorno dopo la parentesi del 2016 nel centro di Torino. Il target? “Buyer di nicchia, tagliati su misura per i nostri espositori”, spiega l’event manager Carla Coccolo. Un sistema fieristico gestito da Slow Food Promozione
Terra Madre Salone del Gusto torna al Lingotto ma non abbandona il centro di Torino. Dopo l’uscita del 2016 dal quartiere fieristico per approdare al parco del Valentino, la manifestazione biennale organizzata da Slow Food, attraverso la società controllata Slow Food Promozione, riporta in spazio “protetto” la parte più consistente dell’esposizione. Si tratta, racconta la responsabile eventi dell’associazione Carla Coccolo, di una decisione sollecitata dagli stessi espositori, nonostante il successo senza precedenti per affluenza di pubblico (un milione di visitatori stimati in cinque giorni) e vendite di prodotti della precedente edizione. Qualcuno potrebbe interpretare questo tipo di richiesta come una sorta di autolesionismo da parte degli espositori, ma esistono delle motivazioni concrete e comprensibili alla base del loro orientamento e anche della decisione presa dagli organizzatori. “Non rinneghiamo la scelta di allora – afferma Coccolo – ma essere presenti in strada ha creato anche inevitabili problematiche logistiche e di servizio. Inoltre, a livello meteo nel 2016 è andata benissimo, ma non si può sfidare la sorte e stare al coperto è certamente più prudente”
B2C E B2B
La più grande manifestazione internazionale legata ai valori e all’etica del cibo, di scena dal 20 al 24 settembre a Torino, conserva comunque uno spazio nel centro del capoluogo piemontese. Oltre al Lingotto, dove Terra Madre Salone del Gusto occupa una superficie espositiva di circa 80 mila metri quadrati con la novità dello spazio outdoor nell’area parcheggio antistante l’Oval, destinata allo street food e a 50 birrifici artigianali, sono circa 150 gli eventi organizzati in città con un presidio stabile a Palazzo Reale dove viene ospitata, tra le altre iniziative, l’enoteca con oltre 600 etichette in degustazione, e con tremila metri a disposizione in piazza Castello, ma anche con specifiche iniziative nei quartieri più periferici come Mirafiori e Borgo San Salvario. Un’altra novità di questa edizione è l’ingresso in Nuvola Lavazza, l’innovativo centro direzionale del brand del caffè, con un migliaio di metri quadrati a disposizione nell’area conferenze per organizzare i laboratori del gusto con un focus speciale sul caffè. Occorre capire se il ritorno al Lingotto Fiere impatterà negativamente sulla volontà di visitare l’evento da parte del cliente finale. “Due anni fa non c’era un prezzo del biglietto e questo fatto ha sicuramente sostenuto la partecipazione – afferma Coccolo – ma ora abbiamo ridotto i costi in prevendita a 5 euro, che diventano 10 euro alle casse, contro i 20 euro della precedente edizione al Lingotto. Tenendo conto del prezzo accessibile e dell’onda favorevole post 2016, ci aspettiamo un buon risultato” In più, quest’anno l’evento di Slow Food assume un maggior peso in termini B2B a seguito della collaborazione, avviata nel 2016 e rafforzata strada facendo, con la Camera di Commercio di Torino. Il risultato è uno spazio, creato nella terrazza della Galleria visitatori, dedicato agli incontri tra gli espositori e i buyer invitati al Lingotto. “È la prima volta – spiega la responsabile eventi di Slow food – che organizziamo un B2B così strutturato e mirato a un target tagliato su misura per i nostri espositori, dando loro la possibilità di operare al di fuori del caos. Certamente non saranno buyer della grandissima distribuzione, perché le aziende che partecipano a Terra Madre Salone del Gusto non avrebbero nemmeno la possibilità di fornire i quantitativi richiesti da quel tipo di operatori. Puntiamo a un retail che non chieda quintali di prodotto standardizzato”. Non c’è la volontà, da parte di Slow Food, di porsi in concorrenza con altre fiere del settore. “Cibus – precisa Coccolo – è tutt’altro mondo, specializzato nell’industria alimentare dove a livello organizzativo è imbattibile. Quanto a Taste, è vero che molti nostri espositori sono presenti anche a Firenze, ma il profilo delle manifestazioni non si presta a confronti”. Taste peraltro, al di là dei numeri differenti, è un evento a cadenza annuale mentre Terra Madre Salone del Gusto è biennale e raccoglie anche i suggerimenti tematici della rete dei delegati che ha bisogno di tempo per “digerire” e rinnovarsi, anche per questo non c’è paragone con altri eventi che riguardano il cibo, a qualsiasi livello. Quanto alla formula dell’evento, le novità sono tante ma la filosofia resta la stessa. Tra le new entry spiccano le cinque aree tematiche #foodforchange, tema di questa edizione: si tratta di Slow Meat, Slow Fish, Semi, Cibo e salute, Api e insetti, tutte legate al concetto di cibo come motore del cambiamento. Intere aree tematiche sono dedicate ai temi della salute, alle tendenze veggie lover, vegan, agli enoscout e agli amanti del caffè. Al Lingotto conviveranno le aziende italiane e straniere, mediamente di piccole dimensioni e con alcune eccezioni di realtà industriali dalla filosofia produttiva fondata sull’artigianalità del prodotto, e la comunità del cibo composta dai cinquemila delegati di Terra Madre, che compongono uno spaccato mondiale dell’agricoltura slow, contrapposta a quella intensiva: “Qui l’obiettivo non è la relazione commerciale, che non avrebbe senso né possibilità di realizzazione. Gli spazi offerti ai delegati di Terra Madre vogliono far capire che la biodiversità è un fatto concreto”, commenta Coccolo.
TUTTO A NORD-OVEST
Terra Madre Salone del Gusto è il perno delle attività fieristiche di Slow Food Promozione, società che punta a chiudere il 2018 a 8,5 milioni di ricavi, all’interno di un’offerta comprendente, negli anni dispari, anche Cheese a Bra e Slow Fish a Genova. L’operatività resta pertanto concentrata a nord-ovest, tra Piemonte – dove Slow Food è nata e ha tuttora sede a Bra – e Liguria. La scelta di costituire una società no profit permette a Slow Food di destinare i proventi, una volta coperti i costi, ai progetti delle associazioni coinvolte. Peraltro, gli spazi espositivi destinati alle comunità sono a costo zero. In termini dimensionali, l’evento di Torino assicura oltre il 60% dell’offerta fieristica. Novità fieristiche in vista? “Pensiamo di no – replica Carla Coccolo – perché di eventi enogastronomici oggi, nel mercato – ne esistono fin troppi mentre nel 1996, quando Salone del Gusto prese il via, non c’era nulla di dedicato ai produttori artigiani. Ma se arrivasse una proposta interessante, perché no?”.
di Andrea G14uolo