Il polo vinicolo Le Tenute del Leone Alato chiude un esercizio in crescita e, nei prossimi mesi, punta a consolidare il ricco portafoglio, tra brand di proprietà e in distribuzione, e a sviluppare ulteriormente l’enoturismo. “Il 2023 è stato un anno molto importante per noi”, racconta a Pambianco Wine&Food Antonella Imborgia, head of marketing del gruppo veneto spin off di Genagricola, braccio agroalimentare di assicurazioni Generali. “Abbiamo consolidato il progetto esistente e, contestualmente, è avvenuto l’ingresso della tenuta toscana Duemani che completa il portfolio su una fascia premium”.
Ad oggi, il gruppo gestisce quindi 11 marchi di vino, tra brand di proprietà (Bricco dei Guazzi, Costa Arènte, Torre Rosazza, Duemani, V8+ e Tenuta Sant’Anna) e in distribuzione (Maison Burtin, Tenute Dettori, Masseria Li Veli, Agricola Pinino, Cantina Fiorentino). Il focus, specifica Imborgia, rimane però sulla parte produttiva, e quindi sulle aziende di proprietà, che dovranno sempre ricoprire almeno l’80% dei ricavi complessivi del gruppo.
Nel 2023 Le Tenute del Leone Alato ha quindi registrato una crescita del 18% circa superando quota 20 milioni di euro di fatturato, complice “un aumento del prezzo medio a listino del 10% – spiega Imborgia – e della miglior vendita delle aziende premium, in particolare Duemani e Costa Arènte (in Valpantena di Valpolicella, ndr)”. A volume, invece, “la crescita c’è stata ma ha subito un rallentamento”.
In termini di mercati, l’Italia, che incide per il 65% dei ricavi, ha messo a segno un +20%, mentre l’estero ha registrato un +17-18 per cento. Nello specifico, gli Stati Uniti, dove il gruppo ha la propria azienda importatrice, “hanno registrato un balzo del 30%, grazie anche alla riorganizzazione della parte commerciale e marketing. Meno bene, invece, la Cina, dove non siamo cresciuti, e la Germania”.
Il gruppo distribuisce i propri marchi principalmente in Horeca, fatta eccezione per Tenuta Sant’Anna che è destinata alla grande distribuzione. Questo canale, nel complesso, e quindi includendo anche il marchio Poggiobello dedicato esclusivamente a Esselunga, genera per il gruppo poco meno di due milioni di euro di fatturato.
Il 2024, nel frattempo, si prospetta un anno di “consolidamento”, con l’inserimento a regime di Duemani. “Vogliamo continuare ad alzare il percepito delle tre aziende Bricco dei Guazzi (azienda della provincia di Alessandria, ndr), Torre Rosazza (nei Colli Orientali del Friuli, ndr) e Costa Arènte. A livello di mercati, l’Italia continuerà a essere un focus importante, così come all’estero gli Stati Uniti, che verranno strutturati sempre di più”. Più in generale, “credo che per noi il 2024 sarà un anno di crescita, in quanto abbiamo ancora un potenziale importante in Gdo con Sant’Anna”.
Una leva importante sarà poi l’enoturismo. “Finora ci siamo concentrati su Costa Arente e Torre Rosazza, dove c’è già un sistema organizzato di ospitalità, e nella prima anche pernottamento. Ma nel corso del 2024 vogliamo strutturare meglio l’ospitalità a Bricco dei Guazzi, aprendo a tutti la cantina e strutturando l’offerta con personale dedicato e visite guidate e degustazioni, e capire come sfruttare il potenziale di Duemani”, conclude la manager.