Se i produttori di vino hanno recuperato una parte delle vendite durante l’estate, grazie alla ristorazione, su quelli dei superalcolici pesa gravemente la chiusura delle discoteche e dei locali notturni. Le previsioni a fine anno, secondo quanto stimato da Federvini, sono del -68% per i consumi nel canale delle discoteche e del -30% per quello dei bar serali.
Per la categoria spirits, lo studio previsionale che Federvini ha affidato alla società di analisi TradeLab evidenzia un calo superiore rispetto al vino nelle vendite fuori casa. Si parla di -33% stimato a fine anno contro un -28% per i vini. I superalcolici hanno visto un lievissimo miglioramento nell’ultima rilevazione, ma si parla di appena un punto percentuale.
I mesi che hanno registrato gli impatti più rilevanti per gli spirits sono quelli centrali della pandemia con un -97% di contrazione durante il lockdown. Ma pur partendo da questo dato molto basso, le previsioni di crescita sono lente rispetto ad altre categorie food&spirits e si attestano ad una contrazione del 15/20% fino alla chiusura del 2020.
“L’impegno da parte del decisore politico per supportare l’horeca c’è stato”, afferma il presidente di Federvini, Sandro Boscaini. “Tuttavia, le azioni messe in campo per proteggere il valore della produzione non hanno fornito i risultati sperati. La situazione è ancor più negativa per il settore degli spiriti le cui richieste – abolizione del contrassegno di stato e dilazione del pagamento delle accise – sono rimaste al momento inascoltate”.
Federvini chiede pertanto di “considerare la situazione attuale come sostanzialmente strutturale. Per questo motivo è opportuno ragionare considerando le intere filiere in modo sistemico e lavorare per sostenere i consumi con azioni concrete e misurabili tenendo conto dei limiti esistenti”.