Sette misure straordinarie per salvare la ristorazione dal baratro e per poter ripartire al termine del lockdown. A proporle sono 19 associazioni della ristorazione e del fuori casa, tutte assieme, con un’adesione che non ha precedenti nella storia italiana. Tra i firmatari compaiono anche Federazione Italiana Cuochi, Jeunes Restaurateurs Italia e Le Soste di Ulisse. E poi Ampi (Accademia Maestri Pasticceri Italiani), Aig (gelatieri), Apci (cuochi), Ristoratori Uniti, Ristoranti del Buongusto e altre ancora.
L’elenco delle misure essenziali richieste parte dalla sospensione di leasing e mutui e dal recupero delle mensilità congelate. Segue la cancellazione delle imposte nazionali e locali, come Tari, Imu, affissione e occupazione suolo pubblico, e il credito per le utenze relative alle attività commerciali. Poi l’accesso al credito senza interessi e la garanzia pubblica sugli affidamenti e finanziamenti alle piccole e medie imprese. Inoltre, la proroga a fine anno della cassa integrazione straordinaria per almeno il 50% del personale in forza al 23 febbraio. Chiudono la lista: reintroduzione dei voucher, concessione di ammortizzatori e incentivi per chi non licenzia e/o assume dipendenti fino a fine anno e il superamento “delle persistenti criticità in capo al tema affitti”.
“Queste azioni – precisa il gruppo dei 19 – rappresentano, ad oggi, la più concreta strada da percorrere per salvaguardare il presente e costruire il futuro evitando il collasso totale e irrimediabile dell’intero settore, messo drammaticamente a rischio dall’emergenza sanitaria Covid-19”. Che aggiungono: “Solo un’azione coordinata e sinergica è in grado di garantire un approccio efficace e un risultato concreto, senza il quale difficilmente si uscirà dal tunnel”.