La dop economy, prima della pandemia, generava un fatturato complessivo di 16,9 miliardi di euro, con un incremento annuale del 4,2% e un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano, generando un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore. Sono questi i dati emersi da XVIII° Rapporto Ismea-Qualivita sul comparto dei prodotti a denominazione di origine. Un settore che impiega oltre 180mila operatori e che coinvolge 285 consorzi di tutela.
Il trend di crescita, in fase pre Covid, era ininterrotto da dieci anni. Occorrerà testare la capacità di resistenza del mondo dop e igp, anche se una frenata pare abbastanza prevedibile, considerando l’alta incidenza del canale horeca per diversi prodotti, a partire dal vino.
Nello specifico, l’agroalimentare vale 7,7 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,2 miliardi di euro.
L’export del settore, pari a 9,5 miliardi di euro, ha messo a segno nel 2019 una crescita del +5,1% mantenendo una quota del 21% sul fatturato all’estero dell’intero agroalimentare. Il contributo maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del cibo dop e igp, che si attesta sui 3,8 miliardi di euro per un +7,2% annuo.
Nell’analisi di Ismea-Qualivita, a fare da traino è il Nord Italia con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a indicazione geografica.
I mercati principali per il cibo italiano a denominazione si confermano Germania (786 milioni), Stati Uniti (711), Francia (525) e Regno Unito (273). Per valore complessivo, in testa troviamo il Grana Padano dop con 1,56 miliardi che precede di pochissimo il Parmigiano Reggiano (1,55) e il Prosciutto di Parma (721 milioni).
Per il vino, primeggia il mercato statunitense con 1,43 miliardi di incassi, davanti alla Germania (859 milioni) e al Regno Unito (723 milioni). Il Veneto domina la classifica per regioni con 3,5 miliardi, a seguire a Toscana con 1 miliardo e il Piemonte con 980 milioni.