Heura Food spopola con il crowdfunding. La startup spagnola di carne vegetale ha infatti lanciato una campagna di equity crowdfunding lo scorso 1 giugno sulla piattaforma CrowdCube, raccogliendo in meno di 24 ore i 4 milioni di euro prefissati. Un risultato raggiunto grazie ai 3.012 investitori da tutto il mondo, di cui il 45% donne. Tra i nomi di spicco ad aver partecipato alla campagna, quello di Chris Smalling, calciatore inglese attualmente in forza all’As Roma e vegano da cinque anni.
In Italia, l’equity crowdfunding è uno strumento particolarmente apprezzato dalle realtà del food & beverage. Come emerso dai dati raccolti dal primo Osservatorio Pambianco, nel 2020 le attività che operano nel mondo enogastronomico o dell’agroalimentare si sono aggiudicate quasi la metà delle operazioni totali nei settori chiave del made in Italy, ovvero moda, design, beauty e, appunto, food.
Fondata nel 2017 da Marc Coloma e Bernat Añaños, Heura Food realizza pollo e burger vegetali che vengono distribuiti in oltre 4mila punti vendita tra Europa, Asia, Nord e Sud America, mentre in Italia ha fatto il suo ingresso a febbraio 2021. Come specificato dalla stessa, la startup “è la prima e unica società plant based ad aver ottenuto la certificazione di B-Corp“.
“Sono sempre più numerose – ha commentato Coloma – le ricerche che dimostrano come la produzione e il consumo di carne animale non siano più sostenibili né da un punto di vista etico né ambientale ed è importante rendere tutti consapevoli della necessità di cambiare la propria dieta alimentare ora”.
Non a caso, il futuro della corsa alle proteine vegetali l’ha tracciato Bcg- Boston Consulting Group nel suo recente studio Food for Thought. The Protein Transformation che ha analizzato il crescente interesse verso le proteine derivate dalle piante. “Il loro consumo – segnalano gli analisti – è destinato ad aumentare di sette volte nei prossimi quindici anni a livello globale, passando dalle attuali 13 milioni di tonnellate l’anno, il 2% delle proteine animali, a 97 milioni di tonnellate entro il 2035, quando rappresenteranno l’11% del totale”. L’ analisi rileva che entro il 2035 il mercato delle proteine alternative raggiungerà il valore di 290 miliardi di dollari, spinto dall’interesse di consumatori, aziende e investitori verso prodotti salutisti, con minori emissioni di CO2 e minori implicazioni etiche legate all’allevamento intensivo degli animali. Per fare un esempio, nelle scorse settimane persino il ristorante tristellato Eleven Madison Park, uno dei più rinomati di New York e considerato tra i migliori al mondo, ha annunciato che il suo menù non includerà nessun piatto a base di carne o pesce, né derivati animali.
Al tema delle proteine vegetali è dedicato il dossier dell’ultimo numero di Pambianco Wine&Food Magazine.