“Il Balsamico igt è alto artigianato”. Partendo da questa visione, De Nigris ha creato un modello unico nel suo genere, interpretando il prodotto come avrebbe fatto un marchio di moda o di design
Incontriamo Armando de Nigris dopo un incontro al ministero delle Politiche agricole e del Turismo. Si dice preoccupato per il verdetto della Corte europea di Giustizia, incaricata di stabilire se il termine “balsamico” possa essere apposto sull’etichetta di qualunque prodotto di condimento. “Se questa linea passasse – afferma – si assisterebbe alla fine di una storia e di un territorio” Con i fratelli Luca e Raffaele, Armando è amministratore delegato di una family company diventata, nel tempo, una realtà di primo piano dell’Aceto Balsamico di Modena igp, con un fatturato di 78,5 milioni di euro e una quota di mercato del 24% in volume nel 2017.
Si tratta della più importante realtà industriale della sua categoria e il successo di De Nigris, stando a quanto ci racconta Armando, si basa sull’intuizione del successo che il prodotto avrebbe poi ottenuto negli Stati Uniti, da sempre il mercato di riferimento del brand. Oltre all’export, De Nigris considera vincente la scelta di gestire direttamente oltre il 90% delle materie prime controllando perciò la quasi totalità della sua filiera produttiva. Così come è stata importante la decisione di avviare una rete di negozi monomarca, con conseguente beneficio in termini di immagine e diffusione del brand. Il gruppo, oggi, produce circa 35 milioni di bottiglie l’anno, che distribuisce sugli scaffali di 72 Paesi del mondo. A livello produttivo, gestisce 15 linee di imbottigliamento automatico e 3 linee per i prodotti speciali negli stabilimenti di Caivano (Napoli), San Donnino in provincia di Reggio Emilia e Carpi in provincia di Modena, dove dal 1997 si trova la sede della controllata Acetifici Italiani Modena. La storia del gruppo, però, comincia nel 1889, quando Armando de Nigris, nonno dell’attuale amministratore, eredita un acetificio artigianale in provincia di Napoli. Quando il testimone passa al figlio Marcello, le prospettive si allargano e il suo aceto comincia ad essere esportato. Oggi oltre l’80% dei ricavi è rappresentato proprio dall’export, un valore che viene re-immesso in circolazione considerato che, racconta l’imprenditore: “Ogni anno reinvestiamo in progetti di innovazione e sviluppo, come il Balsamico Village, che fino ad adesso ha creato 40 posti di lavoro”. Quest’ultimo è senz’altro una novità di rilievo per il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena igp e italiano in genere. Si tratta di una realtà produttiva all’avanguardia inserita in un’area agricola coltivata a vigneti, cascine e siti di invecchiamento per oltre 40 mila metri e, contestualmente, un parco a tema collegato a Fico Eataly World di Bologna. Una filosofia, questa, amplificata alla fine del 2016 con la creazione di una nuova business unit dedicata a un progetto retail che ha visto l’apertura di flagship store monomarca De Nigris 1889 ovvero delle boutique dell’Aceto Balsamico: “Con i negozi – sostiene – rafforziamo il concept aziendale: il nostro brand fa dell’aceto un prodotto d’alto artigianato che, in un paese come l’Italia, è un lusso”. Per sostenere questo e altri progetti di crescita, Acetificio Marcello De Nigris, azienda ammiraglia del gruppo, è entrata a far parte del programma Elite di Borsa Italiana con altre 31 imprese d’eccellenza per un percorso che potrebbe un giorno portarla a essere quotata in Borsa. Armando de Nigris è anche noto per le sue posizioni critiche verso il Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena igp, da cui è recentemente uscito per dissapori legati, stando alla sua versione dei fatti, alla vendita di Acetum al gruppo inglese Abf (Associated British Foods). E auspica l’approvazione di una legge volta tutelare i marchi nazionali in vendita. “Nella sacrosanta libertà di ciascuno di spossessarsi dei propri beni – conclude – le aziende italiane dovrebbero essere in grado di creare una cordata per arrivare a formulare una controproposta nazionale, italiana, in grado di fronteggiare quella proveniente dall’estero. È l’Authority che dovrebbe dare questa sorta di prelazione all’Italia, e confido in una risposta entusiasta sia da parte della Lega che del Movimento 5 Stelle”.
di Leila Salimbeni