Il fenomeno delle kitchen sharing, spazi destinati alla preparazione di piatti per delivery da parte di brand creati appositamente per gli ordini online, sta conquistando spazio a Milano grazie a un trend crescente di domanda per il consumo domestico. Su questa scia, cresce l’attività di Kuiri che, dopo aver aperto il suo primo spazio in via California, si prepara a raddoppiare la presenza in città con l’inaugurazione del lab in via Melchiorre Gioia. Ed è solo l’inizio, perché la foodtech startup milanese ha avviato un piano di espansione che prevede ben 60 strutture da realizzare nei prossimi due anni.
In Gioia, Kuiri disporrà di 8 smart kitchen su due piani, a cui se ne aggiungeranno altre due nel piano inferiore e ognuna di esse sarà dedicata a due brand sperimentali della ristorazione a domicilio, per un totale di venti marchi. L’apertura è prevista per il mese di aprile.
Intanto in via California operano 5 virtual brand dedicati al delivery e take away. La startup sostiene di avere oltre 200 richieste in attesa.
“Il nostro rappresenta il primo brand italiano di un modello di business che sta esplodendo sia in Italia che nel mondo e che prevede una crescita notevole nei prossimi anni”, racconta Paolo Colapietro, ceo di Kuiri. “Ci qualifichiamo come un vero e proprio co-working nel settore della ristorazione e, a pochi mesi dall’apertura del primo Lab, la nostra società è già stata valutata per 3 milioni di euro e da qui al prossimo anno puntiamo a chiudere un round di finanziamento molto importante finalizzato a una ulteriore espansione”.
Con la crescita, Kuiri punta a coinvolgere qualche top brand sul mercato, lasciando una piccola parte degli spazi a brand più sperimentali. “Durante la pandemia le persone si sono digitalizzate, il consumatore ha preso confidenza e fiducia nel delivery e molti ristoratori sono stati costretti ad investire in questo campo. Motivo per cui siamo sicuri di approdare presto nelle principali città italiane e, più avanti, anche europee”, ribadisce il ceo. Dove troveranno spazio le prossime cucine smart? Colapietro pensa alla riconversione non solo di ristoranti, ma anche di palestre, garage o locali inutilizzati.