Sviluppo dei mercati esteri e della sostenibilità. È questa la linea di Keber, realtà veneta che da oltre 30 anni progetta, sviluppa e produce macine professionali in acciaio per i principali player del mercato del caffè, dai produttori ai ricambisti fino a torrefattori e distributori. Acquisita nel 2019 dal Gruppo Cimbali, oggi Keber è una realtà da 7,5 milioni di euro di fatturato, di cui la maggioranza generato dal segmento professional & prosumer (produttori, ricambisti e distributori di macchine per l’Horeca) e il restante, meno del 5%, dall’industria (torrefattori che usano le macine nei loro stabilimenti produttivi). A loro volta i due segmenti si suddividono in due tipologie: macine piane che rappresentano il 70% del fatturato e macine coniche a cui si deve il restante 30 per cento.
In termini geografici, l’Italia la fa da padrona generando il 60% dei ricavi, mentre il restante 40% è da ricondursi al resto del mondo. L’estero, come spiegato a Pambianco Wine&Food da Christian Biscontin, chief operating officer di Gruppo Cimbali, sarà tra i focus dell’azienda che, per perseguire la crescita, vuole sviluppare la propria presenza in nuovi mercati e intercettare nuovi clienti. “La nostra idea è continuare a crescere ad un tasso high-single-digit, che sfiora il 10 per cento. E vogliamo farlo grazie all’introduzione di nuovi mercati e clienti”, afferma Biscontin.
Attualmente Keber segue oltre un centinaio di clienti per una produzione che supera il milione di macine l’anno. Quest’ultima avviene nel quartier generale di Dolo (Venezia), all’interno di uno stabilimento di quattromila metri quadrati comprensivo di reparto produttivo, magazzino e uffici, in cui lavorano circa 40 dipendenti.
Gli investimenti sono parte integrante della ruotine aziendale e a questi viene devoluto ogni anno il 10-15% del fatturato. All’inizio del prossimo anno partiranno quindi i lavori per estendere l’impianto fotovoltaico così da raggiungere un’autoproduzione pari al 40-50% del fabbisogno energetico. La restante parte, che per questione di limite di superficie non può essere prodotta internamente, verrà approvvigionata all’esterno ricorrendo sempre a fonti rinnovabili.