Italian Wine Brands cresce leggermente di fatturato, perde in redditività ma dimezza il debito. I risultati del bilancio 2016 della società quotata nel listino Aim di Borsa Italiana sono stati presentati il 22 marzo. Il giro d’affari del gruppo comprendente i brand Giordano Vini e Provinco è pari a 145,94 milioni di euro, in crescita dello 0,77% rispetto all’esercizio precedente, sostenuto dall’export (+10,8%) che genera il 72% delle vendite totali, dalla divisione wholesale e della divisione distance selling orientata sui mercati mitteleuropei. La contrazione più significativa riguarda il margine operativo lordo, sceso da 13,37 a 11,32 milioni di euro (-15,35%), in linea con la flessione del risultato netto pari a 4,69 milioni di euro contro i 5,51 del 2015.
Il gruppo amministrato da Alessandro Mutinelli conferma dunque la sua bassa redditività ma si consola con la forte riduzione dell’indebitamento. La posizione finanziaria netta di Iwb a fine 2016 è in negativo per 10,47 milioni di euro contro i 20,6 milioni del 2015, risultato che la società attribuisce alla capacità di generazione di cassa e al “sempre costante impegno del management nel miglioramento della gestione del capitale circolante”.
“Gli sforzi commerciali del gruppo si sono orientati verso le aree geografiche a maggior potenzialità di crescita futura – spiega in una nota Mutinelli – adottando tutti gli strumenti di vendita e le declinazioni di prodotto più adatte per incontrare i gusti e le modalità di acquisto dei consumatori finali dei singoli mercati. Pur in un contesto altamente competitivo e frammentato, riteniamo che le strategie delineate e messe in atto possano ragionevolmente portare a risultati di crescita ulteriore e di maggiore redditività, sulla base anche delle evidenze dei primi tre mesi dell’esercizio in corso”.
Magre soddisfazioni per gli azionisti, che si sono visti riconoscere un dividendo di 0,20 centesimi per azione, ma la mossa potrebbe anticipare qualche sorpresa, poiché la decisione è stata presa dal cda di Iwb “in ragione del piano di crescita per acquisizioni esterne, tutt’oggi animato da una vivace pipeline”. Contemporaneamente, il consiglio di amministrazione ha deliberato l’avvio della procedura di riscatto per 685 mila azioni redimibili residue con successivo annullamento, decisione che dovrà passare attraverso il voto dell’assemblea straordinaria e che porterà alla riduzione del numero dei titoli in circolazione, senza riduzione dell’importo numerico del capitale sociale, con un conseguente aumento del valore ad azione di circa il 10,77% percento.