Agli Stati Uniti piace il formaggio italiano. Lo rivelano i dati Clal, società di consulenza che opera ed eroga servizi nel comparto agro-alimentare, secondo cui oltreoceano il trend degli acquisti di prodotti caseari dall’Italia ha registrato performance del +41,6% nel mese di aprile e del +52% a maggio su base tendenziale. Un risultato raggiunto soprattutto grazie alla categoria ‘formaggi’ che, nel solo quinto mese dell’anno, sono aumentati del 125,1%, “accelerazione che colloca l’Italia al primo posto fra gli esportatori di formaggio in questo Paese”, spiega la società.
Sempre nei primi cinque mesi dell’anno, gli Stati Uniti hanno ritirato 13.635 tonnellate di formaggi italiani, il secondo risultato migliore negli ultimi sei anni, dopo il 2019.
Tra gli altri fan del formaggio italiano, ci sono Canada e Australia. Considerando il Paese nord americano, nel periodo gennaio – maggio sono state ritirate 2.627 tonnellate di formaggi (+27,6%), che, in termini di quantità, rappresenta il miglior risultato mai raggiunto dall’Italia dal 2016 a oggi. “Indubbiamente – afferma Clal – i numeri confermano che il Ceta, l’accordo di libero scambio fra Unione Europea e Canada, ha stimolato le vendite anche dell’Italia verso quel Paese”.
In Australia, i volumi di formaggio sono stati pari a 2.320 tonnellate nei primi cinque mesi, pari a una crescita del 29,9 per cento.