Il 2021 è iniziato “sotto buoni auspici”. E, (anche) grazie alle donne e alle nuove generazioni, si può “esprimere un cauto ottimismo per l’intero anno”. È quanto raccontato a Pambianco Wine&Food da Gianpaolo Bruno, Coordinator of Ice/Ita Offices in Cina e Mongolia. Nei primi quattro mesi dell’anno, le importazioni in volume dall’Italia sono aumentate del 13,4%, a fronte di una flessione delle importazioni complessive di vino in Cina pari al 7,3%, con conseguente incremento della quota di mercato al 7,5%, rispetto al 6,2% dell’analogo periodo del 2020. Un incremento, seppur moderato, dovuto “soprattutto al repentino crollo delle importazioni dall’Australia, che nel 2020 era stato il primo paese fornitore della Cina con una quota di mercato di circa il 40%, in quanto è stata oggetto di dazi discriminatori proibitivi, pari al 218,4% sul valore dei propri vini”, precisa Bruno. Per effetto di questi dazi, “è attualmente in corso un fenomeno di ricomposizione delle quote dei principali paesi fornitori di vino della Cina che continuerà a produrre effetti benefici anche sulle importazioni di vini dall’Italia”.
In valore, le importazioni di vino italiano sono aumentate del 34,4%, contro una contrazione del 3,4% aggregata, con la quota di mercato che è passata dal 7% al 9,8 per cento. In generale, “se si considera il solo mese di aprile 2021, le importazioni della Cina sono aumentate a doppia cifra, crescendo rispettivamente del 23,1% in volume e del 27,8% in valore, che rappresenta un segnale positivo per l’evoluzione della domanda nei prossimi mesi”.
A fronte di questi numeri, per quanto riguarda l’intero anno, “ci sono ragioni per esprimere un cauto ottimismo, anche se risulta difficile poter effettuare delle previsioni puntuali, in quanto la situazione è ancora caratterizzata da forte incertezza sia economica che sanitaria”. La sensazione, spiega Bruno, “è quella di una fase ancora molto complessa, anche perché i consumi di vino stanno mutando e diversificandosi molto velocemente”. Secondo il ‘sentiment’ degli operatori, “il mercato cinese del vino nel corso dell’anno potrebbe normalizzarsi e quindi ritornare ai livelli di consumo del 2019, dopo una flessione di circa il 32% sperimentata nel 2020. Occorre peraltro sottolineare come anche i livelli competitivi si siano intensificati e quindi diviene importante affinare sempre di più le doti di analisi delle dinamiche della domanda al fine di strutturare adeguate strategie di marketing e posizionamento per poter tradurre gli eventuali spazi di opportunità in effettivi vantaggi”.
Come anticipato, donne e giovani saranno tra i motori della crescita. In generale, infatti, sebbene circa il 70% del vino prediletto dai cinesi è rosso, recentemente “si stanno affermando i consumi di bianchi frizzanti, tra cui il prosecco, nonché il rosé, consumi trainati sempre di più dai consumatori donna che, secondo alcune statistiche, rappresenta ormai il 50% dei consumi di vino di importazione”. Tale fenomeno, “sviluppato soprattutto durante la quarantena, rappresenta sicuramente un dato di cui tener conto nelle strategie di marketing, da associare anche ai profondi mutamenti sociali avvenuti in Cina negli ultimi tempi che vedono le donne dotate di sempre maggiore indipendenza economica e prestigio sociale che le induce a sviluppare gusti sempre più sofisticati”. A ciò si aggiunge l’aumento dell’interesse per i vini organici e naturali, “sospinto soprattutto dalle nuove generazioni di millennials e Gen Z, anche in questo caso soprattutto donne che tendono a considerare questi prodotti salutari e maggiormente rispettosi degli equilibri ambientali”.
Nel frattempo, stanno ripartendo fiere e iniziative per promuovere il vino nel territorio. Nell’attesa di, per esempio, Vinexpo Shanghai (20-22 ottobre), ProWine Shanghai 2021 (9-11 novembre), e che venga confermata la Hong Kong Wine and Spirits di novembre, l’Agenzia Ice sta attuando un corposo programma promozionale che prevede una serie molto ampia e articolata di iniziative. Infatti, “le fiere rappresentano uno strumento importante per la promozione del vino in Cina ma non il più efficace per assicurare la penetrazione dei prodotti sul mercato, soprattutto da parte di nuovi entranti”, precisa Bruno. In un mercato complesso come quello cinese, “occorre effettuare pervasive azioni informative e formative per diffondere la conoscenza delle eccellenze enologiche del nostro paese e la grande biodiversità che caratterizza la produzione italiana”.
Dal primo aprile, e fino al 30 settembre 2021, è stata quindi attivata, da parte di Ice, una campagna promozionale sul vino italiano declinata in formato digitale, tramite il ricorso a key opinion leader e piattaforma social cinesi (es. WeChat, Weibo, Baidu) che “si pone l’obiettivo di proseguire nell’azione di brand awareness” e di “favorire l’incremento dei consumi e un conseguente rafforzamento delle quote di mercato per i nostri produttori”. A Shanghai è inoltre partito, nel mese di marzo 2021, il progetto Sup’s Wine Curator, programma digitale dedicato alla promozione del vino italiano in Cina sui canali online del gruppo cinese Suning. Dal 12 al 14 agosto 2021, sempre in collaborazione con Verona Fiera e Vinitaly, l’Ice porterà ben 165 cantine italiane a Shenzhen in occasione della prima edizione della Fiera Wine to Asia, il più grande avvenimento per il vino italiano nel sud della Cina “che rappresenta il baricentro manifatturiero e l’area con la maggiore crescita economica del Paese”.