“Milano è vibrant. Una città così dinamica, diventata con Expo anche una capitale internazionale del food dopo aver già conquistato il titolo nella moda, nel design e nell’ospitalità di lusso, meritava un investimento speciale”. Andrea Illy è in via Montenapoleone per l’opening ufficiale, alla vigilia del Salone del Mobile, del nuovo flagship Illycaffè che si aggiunge a quello inaugurato due anni fa in piazza Gae Aulenti. La definisce “una presenza garbata”, non direttamente affacciata alla shopping street ma all’interno di un cortile storico tra negozi e showroom, ideale luogo di ristoro e relax per una clientela locale e internazionale. “Siamo soddisfatti dal punto di vista estetico e funzionale, sperando che anche i risultati economici di questo store siano all’altezza delle aspettative”, spiega l’imprenditore triestino. Intanto il brand continua la sua ascesa nel retail, con 250 punti vendita aperti nel mondo.
Quali sono i canali cruciali per lo sviluppo futuro di Illycaffè?
Illy è tradizionalmente forte nel b2b, business unit peraltro separata da quella legata al retail e che si suddivide a sua volta in quattro aree: casa, horeca, lavoro e viaggio. Il b2c è invece declinato in caffè, shop e e-commerce. Tra le due business unit, certamente dobbiamo aumentare gli investimenti nel b2c, che è diventato un fattore critico di successo per ogni industria di alta gamma e in particolare per quella del caffè, il cui consumo è legato a un’esperienza non soltanto gustativa ma anche estetica. Inoltre, in un mercato dove il consumatore si sposta verso il prodotto porzionato, la distribuzione sempre più diretta al consumatore diventa una necessità.
Ciò richiede investimenti. Siete pronti o state valutando eventuali aperture del capitale a soci esterni?
Siamo a posto dal punto di vista finanziario e alla prossima assemblea societaria porteremo dei dati di bilancio di assoluta eccellenza. Occorre però sottolineare che nel mercato del caffè si stanno aprendo delle interessanti opportunità, per effetto di un mega investimento attuato da uno dei leader di mercato, tale da far ritenere ai potenziali predatori di poter diventare a loro volta prede. Illycaffè dal canto suo non ha necessità di fare massa critica, data la nostra unicità e leadership qualitativa, e pertanto possiamo andare avanti sereni, crescendo per linee interne. Abbiamo dato ulteriore impulso alla crescita migliorando le execution e nominando un amministratore delegato esterno proprio per essere ancor più forti. Se tale impulso, interno ed esterno, dovesse portare a cogliere in maniera tanto proficua queste opportunità da dover richiedere un’apertura del capitale, penso che la mia famiglia sarebbe disponibile a discuterne. Non è ancora il momento, ma non escluso che quel momento non possa giungere in futuro.
Che dati porterete alla prossima assemblea?
Prima di comunicarli dobbiamo attendere l’approvazione. Posso anticipare che non c’è solo una crescita del fatturato, ma anche il record dal punto di vista della redditività accompagnata da un ulteriore aumento degli indici tendenziali.
Quale sarà il mercato chiave per la crescita di Illycaffè?
Gli Stati Uniti, che già valgono il 20% del nostro fatturato. L’accelerazione degli investimenti negli Usa hanno rappresentato anche una risposta alle minori opportunità legate all’Italia e alla stessa Europa, che non è diventata quel mercato domestico allargato su cui inizialmente speravamo perché non c’è stata nessuna unione di tipo fiscale, politico, culturale e nemmeno logistico. Gli Usa invece sono grandi, omogenei e ricettivi. Mi sto personalmente occupando di questo mercato, dove continueremo a investire soprattutto in chiave b2c, a meno che non dovessero emergere problematiche legate alla nuova amministrazione…
E se dovessero emergere? Cambierete direzione?
Penso piuttosto che troveremo il modo di integrarci ancor di più con questa realtà, dove siamo ormai presenti da 35 anni e quasi riconosciuti come un brand nazionale. L’investimento produttivo negli Usa è solo una delle tante possibilità che eventualmente prenderemo in considerazione.