La prolungata chiusura dei bar, ristoranti, alberghi e uffici si fa sentire anche sui conti di Illycaffè, il gruppo triestino tra i maggiori produttori italiani di caffè che fa capo all’omonima famiglia e partecipato per il 20% dal fondo Rhône Capital (che ha completato l’ingresso nel capitale lo scorso febbraio). Nel 2020 i ricavi hanno toccato i 446,5 milioni di euro, registrando un calo del 14% dal 2019. L’ebitda rettificato è calato del 25% a 57,7 milioni ( 77,4% dell’anno precedente), l’utile netto si è attestato sui 5 milioni e la posizione debitoria netta 103,3 milioni, si è ridotta di 10,7 milioni rispetto al 2019.
Di fronte al cambiamento dei consumi generato dalla pandemia, la composizione del business di Illy si è spostata maggiormente sui canali legati al consumo a casa, che hanno inciso per il 56% sul totale dei ricavi, superando quindi la metà rispetto alla percentuale del 40% del 2019. Tra i trend più significativi, anche nel caso dei conti di Illy c’è il sensibile incremento del canale e-commerce, cresciuto del 39% rispetto al 2019.
Sul fronte geografico, spiega la nota del gruppo, “l’andamento del business ha seguito l’evoluzione della pandemia. Gli Stati Unti sono stati tra le aree mondiali più colpite e l’Asia tra quelle in fase avanzata di recupero, in particolare con una crescita spiccata in Corea del Sud”.
Recentemente Illycaffè, già società Benefit di diritto italiano alla fine del 2019, è stata anche la prima azienda italiana del settore a conseguire la certificazione B Corp.