Merano WineFestival(9-13 novembre) al via con ulteriori novità e intanto il suo creatore Helmut Köcher, si allea con Eataly per il Vino Fico Festival
Ilsegreto del successo di Merano WineFestival si chiama selezione. La ventisettima edizione dell’evento altoatesino del vino si terrà dal nove al tredici novembre e vedrà il gotha del settore riunirsi in una location lontana dai centri che contano, ma la bontà della formula è in grado di superare anche le difficoltà logistiche.
NICCHIA CON GRANDI NUMERI
“Siamo partiti nel 1992 – racconta Helmut Köcher, alias Wine Hunter, fondatore della manifestazione – in tre amici, Johann Innerhofer, Othmar Kiem ed io (Köcher è rimasto presto da solo al comando, ndr). Sinergia, passione e convinzione ci hanno spinto a creare qualcosa di unico ai tempi, un evento su misura, una “bomboniera” di lusso dove poter degustare ottimi vini in un percorso sensoriale che prevedeva, come oggi, anche il colloquio con i produttori stessi. Volevamo la massima qualità, in un momento storico difficile nel settore vitivinicolo, ancora traumatizzato dallo scandalo del metanolo. I primi espositori erano cinquanta, dei quali quindici provenienti dall’estero. Erano tutte aziende vitivinicole che avevamo visitato e di cui avevamo apprezzato l’eccellenza”. La selezione dei produttori di alto livello è rimasta alla base del successo del Festival che si è imposto con autorevolezza nel panorama enogastronomico e non solo nazionale. Dall’evento meranese di partenza poi sono scaturite altre collaborazioni, fra le quali segnaliamo un progetto sulla rampa di lancio, il Vino Fico Festival, che dovrebbe realizzarsi nel 2019 nella Bottega del Vino di Fontanafredda a Fico Eataly World a Bologna. Una manifestazione che punterà ai giovani italiani (nati dopo il 1980), mettendo in evidenza una selezione di trenta produttori, effettuata da Köcher in persona, poco conosciuti ma capaci di presentare vini di rilievo e valore pregevole, dieci dei quali avranno la possibilità di entrare nell’assortimento dell’enoteca di Fico. Da quei primi cinquanta espositori il Merano WineFestival è cresciuto fino ad ospitare trecentocinquantaquattro produttori di tutte le regioni d’Italia, centosedici viticoltori biologici e biodinamici nella sezione Bio&Dinamica, dodici espositori dell’Italia new entries. Si aggiungono poi venti Consorzi del vino, trecentodiciassette aziende all’interno della WineHunter Area, cento produttori internazionali, ottanta espositori nell’area Culinaria, dieci nella Beerpassion, quattordici in Aquavitae e ventitré nella Spirits Experience. Se poi aggiungiamo Catwalk Champagne, che si tiene il tredici novembre ed è attiva da soli tre anni, si sommano altri trenta espositori. Köcher aveva inserito l’area dei prodotti tipici già nel 1995, gli spirits nel 1997 e per ultima la birra nel 2005. I visitatori in questi ultimi anni si sono assestati sull’ordine delle diecimila presenze, con un biglietto giornaliero che negli ultimi tre anni è leggermente aumentato, da novantacinque a cento euro. L’indotto che genera il festival è di circa otto milioni di euro, misurato sulla base dei pernottamenti e del vitto nei ristoranti.
NUOVI SPAZI
The Circle – People, Lands, Experiences è una delle principali new entry: uno spazio di 450 metri quadrati in Piazza della Rena, dove incontrare di giorno esperti del settore e approfondire temi focalizzati su singoli territori o prodotti italiani. Altra innovazione è la nuova area espositiva che si affianca alla Gourmet Arena: Spirits Experience, dedicata agli appassionati di cocktail e superalcolici, con una sezione riservata alla mixology. Tra i convegni, da segnalare la conferenza “Futuro del Vino” al Teatro Puccini, durante la quale si dibatterà sulle prospettive future della viticoltura tra l’influenza dei cambiamenti climatici, i nuovi gusti e le aspettative dei consumatori. Gli award rosso, gold e platinum che vengono conferiti alle aziende al termine di un anno di lavoro, poiché solo le aziende così selezionate possono accedere al Mwf, sono scelti da nove commissioni in tutta Italia. Ogni commissione è formata da tre, massimo quattro degustatori che assaggiano alla semicieca ovvero conoscendo la zona di provenienza, anno, tipologia, vitigno, senza naturalmente conoscere il nome del produttore. In fase finale interviene Köcher, come presidente della commissione centrale di Merano.
GOURMET’S INTERNATIONAL
Dietro il Merano WineFestival c’è la società Gourmet’s International. Nata nel 1993 con il nome Gourmet Service e poi trasformata nel 1996 in Srl con l’attuale ragione sociale, si occupa di organizzare tutti gli eventi Wine Hunter: oltre a Mwf e alle sue anteprime in Italia, segue WineHunter Catania, Wine&Siena, WineHunter Wien, WineHunter München, WineHunter Usa Tour. Con uno staff di sette dipendenti fissi, tre consulenti privati e sei consulenti temporali, presieduto da Helmut Köcher. Gourmet’s International svolge anche attività di education attraverso la WineHunter Academy, supportata dal Fondo Sociale Europeo, che organizza e gestisce seminari di alta formazione, incontri di aggiornamento e corsi di gastronomia, sia autonomamente che in collaborazione con partner, istituzioni e università. La società monitora l’evoluzione tecnologica nel mondo enogastronomico, realizzando progetti di realtà virtuale come “Virtual Reality” ossia la simulazione della realtà virtuale attraverso l’utilizzo di un apposito visore che mostra attraverso immagini realistiche, suoni e altre sensazioni tutte le fasi di lavorazione del vino, dalla raccolta al bicchiere. “Trovo la “Virtual Reality” fondamentale – spiega Köcher – soprattutto nelle varie presentazioni aziendali all’estero, perché si integra in maniera perfetta nella degustazione e attiva l’emozione. L’emozione donata da un grande prodotto è la base del suo successo”. Gourmet’s International si occupa anche di sostenibilità, organizzando convegni e conferenze sul tema in relazione con il vino e la gastronomia, e di eventi esclusivi rivolti al B2B e al B2C come quelli che hanno avuto luogo a Zurigo, a Mosca e a Hangzhou in Cina. “Il fatturato di Gourmet’s International – rivela Köcher – fra tutte le sue attività, è compreso fra i 2 e 2,5 milioni di euro”. E se chiediamo al Wine Hunter se ventotto anni fa si sarebbe immaginato un successo del genere per Merano WineFestival, risponde: “Ne ero convinto sin dal primo momento. Alla base di tutto ritengo ci siano state la convinzione e il lavoro continuo e appassionato, senza badare al tempo impiegato. Poi penso che un altro elemento sia stato la crescita dell’Alto Adige come area enogastronomica. Ma ha avuto la sua importanza anche la scelta della città di Merano con la sua storia e una struttura unica come il Kurhaus. Non ultimo, la posizione strategica di Merano all’incrocio tra le differenti culture: Italia, Austria, Svizzera e Germania.”
di Alessandro Piubello