Il Timorasso cambia nome e si lega al territorio. Il Consorzio Vini Tortonesi ha infatti ufficializzato quest’anno, in occasione dell’anteprima d’annata, la nascita della nuova sottozona denominata Derthona (dal nome romano di Tortona, appunto) e già dalla prossima vendemmia si attende l’indicazione in etichetta.
“In realtà già oggi molti produttori hanno anticipato i tempi e hanno applicato la denominazione, avendo rispettato il disciplinare”, riferisce il presidente del consorzio, Gian Paolo Repetto.
L’hanno definita come “Timorasso 2.0”, ma in verità la nuova denominazione affonda le radici nella storia e vuole raccontare l’evoluzione del Timorasso. E a tutti gli effetti ha senso parlare oggi di recupero e rilancio di un vitigno che rischiava l’estinzione, se si considera che i produttori erano una decina negli anni Settanta, saliti a 31 nel 2009 per arrivare a coinvolgerne attualmente altri 160, sparpagliati su quasi 200 ettari, tutti coltivati esclusivamente a Derthona-Timorasso. I dati presentati all’anteprima mostrano dunque una crescita tra conferme qualitative e sfide imprenditoriali per questa nuova doc.
Un vino rosso travestito da bianco. Ecco una delle definizioni consuete per l’ex Timorasso, a volte definito come “Barolo bianco”, anche in considerazione dei tannini profondi e della gradazione alcolica che supera frequentemente i 15 gradi. Si tratta di un vitigno unico nel suo genere, per certi versi ancora misterioso dato che non ci sono certezze sui suoi legami varietali: il dna non riesce ancora a dimostrare legami con altre vitis vinifera e qualche similitudine genetica con il Sauvignon non ha precisi indicatori.
Suolo, microclima, artigianalità dei vitivinicoltori, ma anche un vino che basa la sua singolarità sul tempo. “Al territorio tortonese mancava un grande vino per poter uscire sui mercati internazionali. Il Derthona è proprio questo e la sua straordinaria capacità di invecchiare si rivela oggi vincente. Per fare questo vino l’ingrediente fondamentale e carissimo è infatti il tempo”, evidenzia Walter Massa, che in avanscoperta nel 1987 iniziò per primo a lavorare mezzo ettaro di Derthona.
Nel lanciare Derthona, il Consorzio gioca allora una carta a sorpresa per un vino da uve a bacca bianca: metterà in vendita alcune selezioni ‘Derthona Riserva’ tre anni dopo la vendemmia, dato che un lungo affinamento valorizza il vitigno.
di Giambattista Marchetto