Il Nord America potrebbe causare dei rallentamenti a Diageo. Il gruppo cui fanno capo brand quali Johnnie Walker, Guinness, Tanqueray ha riportato, nei sei mesi chiusi lo scorso 31 dicembre, una crescita organica del 3% in Nord America, contro il +6% preventivato dagli analisti. I risultati nel Paese, che genera gira il 30% dei ricavi e lo scorso anno ha contribuito a quasi la metà dei profitti del gruppo, hanno fatto precipitare il titolo in Borsa di Diageo che, nella giornata in cui sono stati resi pubblici i conti, giovedì 26 gennaio, ha perso più del 6 per cento.
“Il Nord America è una parte così importante e ad alto margine di Diageo – è il commento degli analisti di Rbc Capital riportato da Reuters – che anche se il gruppo nel suo insieme ha superato comodamente le stime di vendita organiche, riteniamo che il risultato ottenuto negli Stati Uniti sia l’elemento più significativo di questi sei mesi”.
Nel complesso, nel semestre Diageo ha registrato ricavi per 9,4 miliardi di sterline (circa 10,7 miliardi di euro), in crescita del 9,4% a livello organico e del 18,4% a livello reported. Un risultato su cui ha inciso principalmente la forte crescita organica delle vendite nette e l’impatto favorevoli del cambio valuta, principalmente dovuto al rafforzamento del dollaro statunitense.
Così come molti altri colossi del beverage, Diageo ha cavalcato, negli scorsi trimestri, la voglia delle persone di consumare prodotti di qualità nata in periodo pandemico e proseguita anche post-pandemia. Ma al boom degli scorsi mesi, sta seguendo la normalizzazione, come afferma il CFO Lavanya Chandrashekar: “In alcuni mercati il tasso di crescita della premiumizzazione ha iniziato a moderarsi”.
E, infatti, tornando al Nord America, “prevediamo che la crescita organica delle vendite nette continuerà a normalizzarsi nella seconda metà dell’anno fiscale 2023, rispetto alla crescita a due cifre nel periodo precedente”, fanno sapere dal gruppo.