Il primo contatto? “È stato poco prima di Natale. Sono passati in gelateria, hanno assaggiato e gli è piaciuto. Così hanno lasciato un biglietto da visita e sopra c’era il logo di Starbucks”. Nove mesi dopo, Alberto Marchetti ha assistito all’inaugurazione della Reserve Roastery di Milano in qualità di partner: il primo gelato al mondo servito da Starbucks nella modalità ‘fatto al momento’ è il suo. Ed è un prodotto tutto nuovo nel panorama della gelateria: si tratta infatti di un nitro gelato affogato, altresì chiamato gelato molecolare.
Marchetti ha sviluppato per il gruppo di Seattle tre gusti esclusivi da preparare freschi al momento dell’ordine con la tecnica dell’azoto liquido. Si tratta di gusti studiati per essere accompagnati al caffè, prodotto principe di Starbucks: fiordilatte, crema al caffè e sorbetto al caffè. La tecnica prevede la messa a contatto della miscela di gelato con l’azoto liquido ad una temperatura di 197° ottenendo immediata congelazione e una struttura del prodotto setosa e fine, con microcristalli 700 volte più piccoli rispetto alla mantecatura di tipo tradizionale. Il tutto avviene davanti agli occhi dei clienti.
“I miei interlocutori – sottolinea Marchetti – appartenevano alle divisioni di ricerca e sviluppo di Londra e Seattle. Starbucks ha fortemente voluto il gelato italiano all’interno della Roastery milanese, così come ha voluto la pizza e il pane italiano di Rocco Princi. La notizia poi è stata tenuta sotto segreto fino all’ultimo, fino al giorno dell’inaugurazione”. E Howard Schultz, mr. Starbucks, che ha detto? “Pare proprio che il gelato gli sia piaciuto”, replica l’imprenditore torinese dell’ice cream, che però non si sbilancia sulla possibilità di potenziare i progetti in ambito Roastery. “Qualcosa si sta profilando… tutto chiaramente dipenderà dal successo che avrà il gelato nella situazione di Milano. Confido in qualche ulteriore sviluppo ma non credo che arriverà ai livelli della collaborazione tra loro e Princi”.
Per il momento, il futuro di Marchetti resta pertanto quello dell’espansione con il proprio marchio. Oggi può contare su tre gelaterie a Torino, una a Milano e una ad Alassio, per un totale di una trentina di addetti. Ci sono possibilità di una quarta apertura nel capoluogo piemontese, nell’ambito di una riqualificazione di quartiere. E poi chissà… “Di proposte ne arrivano tante, perché il mondo del food è in fermento, ma occorre fare le cose con calma e dopo attente valutazioni”, conclude.