Da Nastro Azzurro a Peroni, Ichnusa e Birra Messina, da Birra del Borgo a Birradamare. I brand italiani della birra – craft e non – sono un investimento a lungo termine per i colossi brassicoli multinazionali e per tutti il ritorno sembra essere più che positivo. Lo shopping nel mondo dei microbirrifici è più recente, ma l’esperienza si è consolidata in positivo anche per acquisizioni più ‘antiche’.
Allo scenario di mercato è dedicato un focus sul prossimo numero, in uscita domani, di Pambianco Magazine Wine&Food.
Nastro Azzurro è oggi un asset strategico in seno al gruppo globale Asahi. “Dal lancio nel 1964 alla leadership mondiale nel segmento lager premium, con distribuzione in 60 paesi, il percorso è tracciato lungo questi binari – evidenzia Francesca Bandelli, marketing & innovation director Birra Peroni – C’è la qualità della materia prima, con uno stretto controllo della filiera, che rappresenta anche un valore di territorialità. E poi c’è lo stile: Nastro Azzurro era stata innovativa già all’epoca e la bottiglia continua ad essere iconica”. Questo spinge l’intero portafoglio e le previsioni di crescita sono importanti, spostando il 20% dei ricavi sul no-alcol.
Anche Heineken ha puntato tutto sulla territorialità, “mangiandosi” due marchi solidi come la sarda Birra Ichnusa e la siciliana Birra Messina, “scoprendo, riscoprendo, valorizzando birre e marchi che hanno una tradizione e un posto speciale nel cuore delle persone – dicono da Heineken Italia – E le sostiene con il know-how, con investimenti, con campagne advertising che portano queste birre locali sul palcoscenico nazionale, e non solo”.
Il made in Italy è un tassello importante anche nella strategia del gruppo ABInbev, conferma Stefaan Anckaert, amministratore delegato di Birra del Borgo che dal 2016 è nel portafoglio della multinazionale. “Birra del Borgo rappresenta proprio quell’italianità fatta di tradizione, territorio e qualità che il gruppo vuole raccontare e infondere ai consumatori”, rimarca il manager. E l’obiettivo nel medio termine è lo sbarco in UK.
L’acquisizione di Birradamare – uno dei primi microbirrifici italiani, nato nel 2004 – da parte della multinazionale americana Molson Coors è stata perfezionata nel 2017. “Il gruppo ha colto l’occasione per entrare con un canale diretto sul mercato italiano e per valorizzare la vocazione territoriale del birrificio – evidenzia Carlo Maria Vitali, senior country manager Molson Coors Western Europe – Inoltre il posizionamento su Roma, capitale e città iconica su scala internazionale, rappresentava un asset interessante per uno dei 5/6 gruppi birrari al mondo, che fino a quel momento era presente nell’area orientale dell’Europa ma non in Francia, Italia, Spagna”. E in Italia l’obiettivo più vicino è lo sbarco in Gdo.