Luckin Coffee, competitor cinese di Starbucks, si è quotato a Wall Street e il valore del titolo, dopo un iniziale decollo che aveva portato all’aumento di oltre il 50% rispetto al prezzo di partenza, è tornato abbastanza in fretta al livello di partenza o poco sopra. Alla chiusura di ieri, lunedì 20 maggio, si aggirava attorno ai 18 dollari, uno in più rispetto alla partenza di venerdì 17, quando aveva ottenuto uno scambio massimo a 25 dollari.
La quotazione di Luckin Coffee ha portato nelle casse della società circa 561 milioni di dollari, per una valutazione complessiva di 4,2 miliardi. L’obiettivo dell’ipo è incassare risorse finanziarie che saranno utilizzate per sorpassare entro l’anno il numero dei punti vendita di Starbucks in Cina e il collocamento alla Borsa di New York, anziché in Cina, è stato studiato anche per aumentare il valore del marchio, giocando direttamente in casa del rivale.
Luckin ha 2.370 negozi in Cina e prevede di aprirne altri 2.500 quest’anno per superare il gigante di Seattle, presente con 3.600 negozi nel principale mercato asiatico. I tempi di crescita sono però diversi. Se Starbucks ha iniziato l’espansione nell’ex Impero Celeste nell’ormai lontano 1999, Luckin Coffee è stata fondata alla fine del 2017 e già dieci mesi dopo aveva superato la soglia dei mille store. Il suo sviluppo era stato finanziato da due round di investimenti e al primo aveva partecipato anche Gic, fondo sovrano di Singapore. Secondo Marketwatch, la sua crescita impetuosa è stata accompagnata da un ‘profondo rosso’ in termini finanziari. A fronte di un giro d’affari di 125,3 milioni di euro per l’anno fiscale che si è concluso il 31 dicembre 2018, la perdita netta sarebbe stata di oltre 241 milioni di dollari.