Non avrà i numeri dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, il cui giro d’affari è stimato sui 370 milioni di euro alla produzione e sul miliardo di euro al consumo, ma il più nobile Balsamico Tradizionale di Modena dop dimostra un certo vigore e nel 2019 ha fatto segnare un ulteriore incremento delle vendite, con un valore globale della produzione tra i 4 e 5 milioni di euro. Di fatto, è tornato ai livelli pre-crisi del 2008. Ed è impressionante il numero di bottiglie prodotte: si parla di oltre 100 milioni nel formato da 100 ml, pari a 10mila litri di prodotto arrivato a un minimo di 12 anni di invecchiamento.
“Si tratta di soli 10 mila litri, è vero, e quindi non paragonabili ai milioni di litri prodotti dell’Aceto Balsamico Igp, ma è pur vero che il nostro prodotto dop è molto prezioso e quindi costoso”, ha dichiarato il presidente del consorzio Enrico Corsini. “Il volume in crescita conferma l’aumento della conoscenza del prodotto, specie sui mercati stranieri, facendo ben sperare per il futuro”.
Il consorzio di tutela parteciperà alla iniziativa intrapresa dalla Consorteria dell’aceto balsamico di Spilamberto, allo scopo di ottenere l’iscrizione dell’Aceto Balsamico di Modena nel registro dei patrimoni culturali dell’Unesco, che sancirebbe l’originalità del prodotto modenese agli occhi del mondo intero. Una prova ulteriore dell’alleanza dopo l’intesa siglata lo scorso novembre tra i due aceti, quello Tradizionale dop e quello Balsamico igp, per condividere strategie e operatività
Il consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena dop associa 170 produttori e nel 2019 si è arricchito di tre nuove aziende associate. Tra le azioni messe in campo spiccano la promozione internazionale e la vigilanza a tutela di imitazioni e contraffazioni.