Dopo una decade fatta di record, il 2023 interrompe, e bruscamente, il fenomeno del vino da investimento. Se la flessione, che ha portato gli indici Liv-ex Fine Wine 100 e 1000 (che monitorano sulla piattaforma di trading Liv-ex l’oscillazione di prezzo dei vini pregiati più ricercati sul mercato secondario) a segnare rispettivamente il -14,2% e il -13,7%, sarà strutturale o meno, lo si potrà capire nei prossimi mesi. Per ora, quel che appare evidente è che gli scambi delle bottiglie più ambite del mondo, che nei 12 mesi precedenti avevano chiuso con un +4,9% e +9,3%, hanno subito le influenze di una congiuntura che, al di là di crisi politiche, militari ed energetiche, ha invece premiato Borse e oro, come confermato da uno studio prodotto proprio dalla società londinese.
A fine anno, infatti, al double digit negativo del vino, lo S&P 500 di New York ha risposto con un +24,2%, il Dax di Francoforte con il +20,3%, il Ftse 100 di Londra con il +3,8% e l’oro, che cavalca quotazioni record ogni qualvolta si scatena una guerra, a +9,7 per cento.
“L’anno – ha spiegato Justin Gibbs, deputy chairman e exchange director di Liv-ex – è stato caratterizzato da un calo prolungato degli indici principali, inizialmente guidato da prese di profitto e più recentemente influenzato da una strisciante avversione al rischio”. Da, qui, ha aggiunto il co-fondatore della piattaforma britannica, “l‘attenzione del mercato si è ristretta poiché gli acquirenti hanno cercato un rifugio sicuro trovandolo nelle migliori annate bordolesi grazie alla loro capacità di invecchiamento”. E infatti, proprio i Bordeaux, dopo anni di declino, sono tornati a essere i più scambiati al pari degli champagne.
Detto questo, va sottolineato che guardando al triennio, i valori dei fine wine continuano a essere in territorio positivo, con il Liv-ex Fine Wine 100 che guadagna il 13% e il Liv-ex Fine Wine 1000 a +16,3 per cento. Numeri interessanti ma comunque inferiori a quanto ottenuto da S&P 500 (+27%), Dax (+22,1%), Ftse 100 (+19,7%), con l’oro a +21,1%, ma pur sempre migliori di Hong Kong e del suo Hang Seng, che invece ha perso il 37,7 per cento.