Borgogna al top, italiani in forte crescita e naturali sempre più ricercati. È questa, in estrema sintesi, la fotografia registrata nel 2022 da Idealwine, piattaforma dedicata alle aste di vini online e prima casa d’aste in Francia, dove è nata nel 2000. Lo scorso anno, Idealwine ha organizzato in tutto 47 vendite, di cui nove collezioni private, per un totale di 197.928 bottiglie aggiudicate (da 75cl) e un valore complessivo di 38,3 milioni di euro (+40%), commissioni d’acquisto incluse.
Una crescita sostenuta anche dall’aumento generale dei prezzi di aggiudicazione: il prezzo medio per bottiglia ha infatti sfiorato i 194 euro (+39 per cento). Tra i fattori cardine di questo fenomeno c’è il concetto di “rarità”: le micro-tenute, le produzioni dal profilo riservato e le vecchie annate quasi introvabili sono stati infatti i principali fattori che hanno causato l’impennata dei prezzi per certe regioni.
La Borgogna è stata la prima regione in termini di valore (45,3% del totale aggiudicato, +65%) e la seconda per volume (22,8%) dietro Bordeaux (36,6 per cento). Il prezzo medio a bottiglia – il più alto di tutti – è infatti cresciuto del 59% arrivando a sfiorare i 384 euro (al secondo posto c’è lo Champagne con 259 euro a bottiglia, +42 per cento). Inoltre, i vini borgognoni occupano ben 31 posti nella Top 50 dei lotti più costosi aggiudicati su Idealwine e l’integralità della Top 50 delle bottiglie più care, nonché il primo posto nella classifica dei vini biologici e naturali.
Questi ultimi “sono sempre più presenti tra i vini più costosi aggiudicati all’asta”, specifica l’azienda, e in cima alle classifiche ci sono Domaine de la Romanée Conti, Domaine d’Auvenay, Domaine Leroy e Domaine Leflaive. In generale, “anche le quotazioni dei vini naturali hanno registrato notevoli aumenti e certe tenute hanno superato la soglia dei mille euro a bottiglia”, per esempio quelli di tenute come Bizot, Selosse, Prieuré Roch, Domaine des Miroirs, Overnoy, Thierry Allemand e Jardins Esmeraldins.
L’andamento dei prezzi nel 2022 è comunque stato protagonista di due fasi contrastanti: nel primo semestre c’è stato forte aumento, mentre nel secondo è stata registrata una netta flessione, nonché un ribasso per le quotazioni di certi vini il cui valore era salito alle stelle tra il 2021 e 2022, in particolare per realtà celebri come Leroy, Auvenay, Rousseau, Roumier, Bizot, Lachaux, Rayas e Grange des Pères. Il ribasso, legato al contesto geopolitico internazionale e alla crescente inflazione che ha spinto gli amanti del vino a essere molto più prudenti nei loro acquisti, non ha comunque compensato gli aumenti di valore osservati durante i primi sei mesi.
In forte crescita nelle aste di Idealwine anche i vini italiani che nel 2022 sono arrivati a rappresentare il 61% dei vini non francesi presenti nel catalogo delle vendite, contro il 39% del 2021. Il prezzo medio è salito a 105 euro (+16%) mentre in termini di valore (+53%) e volumi (+32% a 5584 bottiglie) l’Italia è l’ottava ‘regione’ nella classifica delle regioni vinicole aggiudicate su Idealwine, e dunque la più ricercata dopo i vini francesi.
I produttori italiani più celebri sono quelli di Piemonte e Toscana che occupano 19 delle 20 posizioni nelle classifiche delle tenute più scambiate o dei lotti più cari (il Veneto è l’unica regione al di fuori della già citate ad apparire nelle Top 20). Tenuta San Guido, produttore del Sassicaia, è la cantina italiana che compare di più all’asta: nel 2022 sono state infatti vendute 402 bottiglie (+121%) mentre il prezzo medio è salito a 257 euro. Sempre il Sassicaia è stata la bottiglia italiana più cara del 2022 a un prezzo di 2.170 euro per l’annata 1985.
Sempre in termini di vini biologici o biodinamici, nel 2022 la regione italiana protagonista è stata la Sicilia: lo scorso anno sono state scambiate in tutto 204 bottiglie e sono state diverse le tenute ad aver avuto successo, tra cui Frank Cornelissen e Tenuta delle Terre Nere.
Più in generale, nel 2022 di Idealwine la tenuta più scambiata all’asta è stata Domaine d’Auvenay con un totale di 386 bottiglie per un valore complessivo di 2,1 milioni di euro e un prezzo medio per bottiglia di 5.464 euro, mentre la bottiglia più cara dell’anno è stata una Musigny Grand Cru del Domaine Leroy, venduta per 34.100 euro.