Il 2021 sarà l’anno della ripartenza del commercio internazionale. Secondo l’ultimo studio Ice-Prometeia ‘XVIII Rapporto: Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori’, la crescita si dovrebbe attestare attorno al 7,6%, con un ulteriore consolidamento nel 2022 con un +5,3% tale da riportare le importazioni dei mercati ai livelli pre-pandemici. Le previsioni si basano ovviamente sulle “informazioni oggi disponibili sullo stato dell’epidemia nei vari paesi, ma soprattutto nell’ipotesi di una progressiva accelerazione e maggior diffusione su scala globale del piano di vaccinazione”, precisa lo studio.
Tra i settori in pole position per la ripartenza c’è l’arredo con un +8,4% e soprattutto l’alimentare per il quale è previsto un incremento delle importazioni mondiali dell’8,5% nel 2021 e del 6% nel 2022. Il 2020 per il comparto agroalimentare e bevande si è chiuso con un calo delle importazioni mondiali del 4,3 per cento.
“Dai dati arrivano anche alcuni segnali incoraggianti – ha affermato Carlo Ferro, presidente di Ice Agenzia –. Tra i Paesi del G8, l’Italia è il secondo per minor flessione dell’export e questo contributo ha consentito di attenuare un più forte calo dei consumi interni. Inoltre, nonostante il calo delle esportazioni ci sono eccellenze settoriali, gli ‘Oscar dell’export’, che hanno performato positivamente su alcuni mercati, indice della capacità delle nostre filiere di resistere agli shock inaspettati”. Per esempio, “il riso verso la Germania, la pasta verso Giappone e UK, il vino verso la Corea del Sud e l’Olanda e l’olio di oliva verso la Francia”